COME AVERE EMPATIA VERSO CHI NON CI PIACE

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Lavorare con le persone più diverse sollecita la nostra flessibilità, e a volte crea fatica, specie quando ci ritroviamo ad avere a che fare con chi non ci piace.
Quando proviamo fastidio verso qualcuno, la tendenza è di tentare di evitarlo il più possibile. Ma questo non è sempre possibile, né utile. 

Il lavoro è sempre più collaborazione e interdipendenza, dunque non possiamo esimerci dal costruire relazioni anche con le persone che non ci piacciono.
Sarebbe utile sviluppare empatia, ma come farlo, se ci sentiamo troppo lontani da loro, o addirittura li giudichiamo male? 

Annie McKee, Professor presso la University of Pennsylvania, parla di questo nel suoHow to be happy at work.
Il Search Inside Yourself Leadership Institute,  lavora sull'allenamento della curiosità verso i colleghi "sgradevoli".
Ma il punto di partenza è capire cosa succede dentro di noi. 
Il Voice Dialogue, pratica ideata da Al e Sidra Stone, serve proprio a riconoscere cosa ci capita, per poterlo gestire, perchè se quelle persone non ci dessero così fastidio per noi sarebbe molto più semplice averci a che fare, giusto?
Ecco allora cosa possiamo fare attivamente, mettendo insieme gli spunti dei diversi esperti.
Pensa che l'effetto che un altro ha su di TE,  è "roba tua"Prova a spersonalizzare la situazione,  e a guardarti dentro, e capire qualcosa di più sull’effetto che quella persona o quel suo comportamento ha su di te.
Ad un'altra persona magari lo stesso comportamento non farebbe né caldo né freddo, dunque il primo punto di attenzione sei tu.

Che cosa fa sì che la tua reazione sia di così grande fastidio? Si tratta di comportamenti che giudichi male? contrari ai tuoi valori? Li riconosci forse un po’ anche in te quei comportamenti?Se SI, cosa ti porta a giudicarli male? Come potresti viverli tu stesso, in modo coerente coi tuoi valori?Se NO (anzi, tu ti ritieni proprio all’opposto!) riesci a vedere dei lati positivi di quel modo di fare, se non portato all'eccesso?
Potrebbe forse esserti utile una goccia di quel modo di fare ?
E riesci a vedere dei lati negativi nel tuo modo di fare, che pur consideri più giusto e migliori? Vedi possibili effetti collaterali non utili?Capire meglio l’effetto che un comportamento altrui ha su di noi può aiutarci a sviluppare compassione e tolleranza, e dunque ridurre il fastidio che provoca, e dunque entrare in relazione con quella persona in una maniera più utile.Se vuoi approfondire l'esercizio del Voice Dialogue leggi qui
Gestisci il tuo stato emotivoUsa il tuo potere di auto-controllo: respira e gestisci le tue emozioni.Quando il collega arriva tardi, ti interrompe, è insistente, potresti avere una reazione molto naturale e spontanea di fastidio.Allenati a riconoscerla, sentila arrivare, riconosci i grilletti che la scatenano e l’effetto che ha su di te fisicamente.Forse ti si accorcia il respiro? ti sudano le mani? ti viene caldo…?
Queste sensazioni corporee sono il sintomo di un sequestro dell’amigdala, e cedere ad un sequestro emotivo non è utile: se cedi, non sei più tu a gestire la situazione, ma è un’emozione forte e soverchiante (rabbia, disgusto, ansia, frustrazione….), la quale potrebbe portarti a dire o fare una cosa controproducente.Respira molto profondamente, tre o quattro volte, inspirando lentamente gonfiando la pancia, ed espirando ancora più lentamente sgonfiando la pancia.Questo tipo di respirazione “sgancia” l’amigdala e lo stato di “allerta contro una minaccia”, e ossigena in modo utile tutto il sistema.
Sii curioso: solo così svilupperai empatiaCi sono due tipi di empatia:Empatia cognitiva: la capacità di riconoscere la prospettiva di un altroEmpatia emotiva: la capacità di sentire quello che sente.Entrambe si chiudono nel momento in cui proviamo disgusto, rabbia o frustrazione.
Per sviluppare empatia cognitiva verso un collega fastidioso, puoi porti queste domande:perché questa persona si comporta così? che cosa motiva questa persona? che cosa la manda in agitazione?che cosa la ispira? che cosa è importante per lei? cosa la appassiona? quale è la sua condizione lavorativa? cosa so di lei fuori dal lavoro?Sono domande che puoi farti da solo/a, ma ancor meglio sono domande che puoi rivolgere a lui/lei, per conoscerl* meglio e attivare una comprensione maggiore. Comprendere non significa giustificare o perdonare, ma aiuta a mettere un freno alle nostre costruzioni e sovra-reazioni
Per allenare empatia emotiva devi invece trovare qualcosa in lui/lei di cui ti importa.Puoi scegliere di vedere la fragilità dietro l’atteggiamento fastidioso, ed avere “tolleranza” e “compassione” per quella fragilità: forse è sotto pressione? forse difende qualcosa di importante ?
Non si tratta di diventare paragnosti o psicologi, ma di concedere “il benefico del dubbio” ed entrare in risonanza con l’altro, sempre facendo domande e lasciando aperta la porta del dubbio.

Concentrati sulle somiglianzeUsando l’empatia cognitiva ed emotiva comincerai a conoscere meglio il collega e ad ampliare la tua prospettiva. Piuttosto che concentrarti su quello che vi divide, puoi scegliere di cercare le similitudini tra voi.Comincia dal piccolo: forse avete la stessa età, forse vivete nello stesso quartiere. Puoi usare queste piccole connessioni per attivare delle conversazioni. Oppure puoi prendere spunto da qualcosa che ha interessato entrambi nell’ultima riunione: il lavoro offre spunti per alleanze.
Sii gentile, riconoscendo il buono. Oppure abbi il coraggio di una conversazione scomoda.Siamo gentili con chi ci piace e diventiamo freddi e sgarbati con quelli che non ci piacciono: possiamo scegliere di rompere questo meccanismo automatico! C’è per forza qualcosa di buono nella persona che non ti piace! Puoi decidere di fare un complimento alla persona che non ti piace, ma deve essere autentico.

Oppure, anche quando ripete per l’ennesima volta l’atteggiamento fastidioso e disfunzionale, puoi decidere di avere una conversazione "scomoda" con lui/lei, dando un feedback in modo utile, facendo sapere che i comportamenti che tu osservi hanno un impatto negativo su di te, e che desideri trovare un modo nuovo di interagire, che rispetti bisogni e valori importanti per te. Se avrai allenato empatia, sarà più naturale avere quella conversazione da una posizione non di accusa, ma di richiesta cortese. 

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