DIRE NO CON GRAZIA

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Molti di noi sono stati condizionati dall'educazione, dalla religione, dalle esperienze a dire SI ad ogni richiesta ragionevole, come se la parola NO fosse una parola volgare. Sfortunatamente questo modo di pensare conduce al super lavoro, al sovraccarico emotivo, e a volte anche al burn-out.
Se siamo affogati di lavoro, se tutti si rivolgono a noi per aiuto, se la nostra agenda è sempre troppo piena, forse abbiamo bisogno di imparare a dire NO. La risorsa più scarsa che abbiamo è il tempo, che sfortunatamente non può essere stoccato. Per cui, fino a quando non scopriremo il modo di allungare la durata delle nostre giornate, faremo meglio a trarre il meglio dal tempo che ci è dato.Il che significa inevitabilmente imparare a dire di NO, in modo chiaro ed educato, restando fedeli alla propria decisione.
Laura Stack ci suggerisce alcune frasi, che possiamo adattare al nostro modo di esprimerci:Mi dispiace non riesco a fare spazio a questo progetto in questo momentoNon riesco a prendermi carico di questa cosa oraVerificherò chi può esserti d'aiuto per fare questo lavoro al meglioNon mi piace prendermi carico di qualcosa a cui non mi posso dedicare al meglio, quindi ora preferisco dirti di no.Non sono a mio agio con questa scadenza in questo momentoNon ho capacità per rispondere a questa richiesta in questo momentoE in alcuni casi (magari con un figlio?) un rifiuto più fermo potrebbe essere necessario, se la persona rifiuta un NO come risposta.
Sul lavoro so benissimo che ci sono situazioni in cui non è possibile dire NO.
Fortunatamente, però, ci sono dei modi per dir di NO senza darne l'impressione, e senza deludere l'interlocutore.

NegoziareNon date mai per scontata una scadenza. Quando qualcuno vi chiede di fare qualcosa, chiedete sempre entro quando è necessario che sia fatta.Invece che accollarvi dozzine di compiti tutti urgenti, chiedete al capo o ai colleghi di definire una priorità, così da poter capire tra tutte le cose sul piatto qual è la più importante.
Ridurre la qualitàSpesso "abbastanza buono è buono abbastanza".Chi ci sta chiedendo di fare qualcosa spesso non si aspetta un livello eccezionale di qualità: vuole solo che quella cosa sia fatta.
Cercate di capire esattamente che cosa si aspetta, e non dategli niente di più.

Liberare spazioGuardate alla lista dei compiti che avete nella vostra to-do-list oggi, e per ciascuno di essi chiedetevi: ci sarebbero impatti se smettessi di fare questa cosa? Se la risposta è no, smettete.Se la risposta è si, chiedetevi: "la devo proprio fare io, questa cosa?". E' probabile che per alcune attività la risposta possa essere no,. Però pensate che nessuno la farà mai bene quanto voi.
Oppure è possibile che quella cosa vi piaccia tanto, che ci siate affezionati, o che ci vorrebbe troppo tempo a spiegarla a qualcun altro .....etc etc
Se vi rendete conto che vi date queste risposte, fermatevi e fatevi challenge. Liberare spazio è fondamentale per poter rispondere si o no alle incombenze nuove che continueranno ad arrivare. E se non siamo noi in primis capaci di dire di no a noi stessi, sarà quasi impossibile riuscire a dirlo agli altri.
Quelle suggerite da Laura Stack sono modalità efficaci per prevenire il rischio di essere sopraffatti. In sintesi si tratta di fissare dei confini, dei paletti, di prendere in qualche modo il controllo della situazione, di guardare i sistemi e i processi in cui siamo immersi, e ridisegnare delle regole che ci possano rendere individualmente e collettivamente più efficaci.Mettetevi in gioco, vedete cosa funziona per voi, e fate fine-tuning lungo la strada.

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