PLACARE LA SINDROME DELL'IMPOSTORE

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Lisa e Richard Orbe Austin si sono specializzati nell'aiutare le persone a superare la sindrome dell'impostore.
Si manifesta quando pensiamo di non essere del tutto capaci di ricoprire un ruolo, di non avere tutto quello che serve, di non essere abbastanza, di essere stati scelti per caso o per un colpo di fortuna e prima o poi chi ci ha scelto si accorgerà di avere fatto la scelta sbagliata e per noi sarà la fine.
E' una forma di insicurezza che può generare grave fatica, ansia, irritabilità, sfiducia,  insieme a comportamenti autosabotanti: ultra-lavoro; non occuparsi della propria salute; non staccare mai la testa; dover sempre dimostrare; mettere sempre gli altri davanti a sè; non mettere paletti; non dire no....fino al burn-out.

Le ricerche dicono che è un po' più diffusa tra le donne, per via di quell' educazione all'umiltà e all'essere accomodanti, ma è molto diffusa anche tra gli uomini: ciò che cambia è che gli uomini hanno meccanismi di coping più sviluppati, proprio per via di un'educazione che punta sul farsi valere. 
Ci sono culture organizzative, purtroppo ancora abbastanza diffuse, che rinforzano questo meccanismo individuale: quelle in cui i capi continuano a cambiare idea o gli obiettivi continuano a cambiare, gli errori producono punizioni o umiliazioni, non ci sono limiti tra vita lavorativa e vita privata, l'overwork è dato per scontato, i feedback sono solo negativi, lo stile di leadership è un machismo tossico, un giorno sei un dio e il giorno dopo l'ultimo dei pirla.

Per arrivare a trovare la forza di affrontare o abbandonare una cultura che non ci piace e non ci fa lavorare bene, occorre prima fare un percorso personale molto profondo, che consenta di cambiare la visione, i pensieri e i comportamenti nel quotidiano. Ve lo racconto qui di seguito, invitandovi ad intraprenderlo con un coach, se lo ritenete utile.
Il lavoro degli Orbe Austin consta di 3 fasi:
Fase I: CAPIRE Fase II: SCEGLIERE  Fase III: CREARE
Ogni Fase contiene 3 elementi chiave, che si traducono in domande

Fase I: CAPIRE

A) Qual è la storia della tua sindrome dell'impostore?
Quando è iniziata? Quali sono i momenti dell'infanzia o dell'adolescenza che l'hanno fatta comparire?
Spesso  le persone che vivono la sindrome in modo molto pesante hanno avuto un' educazione molto severa e sentito sulle spalle aspettative molto alte mai pienamente soddisfatte; o hanno avuto amore e approvazione sono a certe condizioni; o sono stati educati a non alzare la voce per difendere le proprie idee; o hanno vissuto dinamiche familiari di dipendenza, o di frequenti emergenze ....
Riconoscere da dove viene quello che proviamo ci aiuta a guardarlo, a perdonare ciò che è stato, e a iniziare a farci pace.

B) Quali sono i tuoi grilletti?
Con quali persone si attivano? In quali situazioni?
Quali sono i meccanismi automatici che provocano?
Spesso  i meccanismi automatici sono legati all'attivarsi dei nostri sabotatori interni. I più comuni per chi soffre di sindrome dell'impostore sono:
- il perfezionista (se non è perfetto non lo faccio, se non ho tutti i requisiti non mi presento, se non è perfetto non mi stimeranno più....)
- il performante (voglio fare sempre di più, non è mai abbastanza, posso fare ancora meglio, se non faccio sempre meglio qualcuno mi supera...)
- il previdente (vedo tutto quello che può andar male e cerco di prevenirlo, non prendo rischi, meglio esser cauti e non fare brutte figure...)
- il controllore (devo tenere tutto sottocchio sennò le cose deragliano, nessuno è bravo come me ...)
- il compiacente (il conflitto è male, devo avere armonia e approvazione intorno a me a tutti i costi, se non mi vogliono bene sono morto...)
- il rinunciatario (non ci provo tanto non sono bravo, tanto non mi capiranno...)


C) Qual è la storia che ti racconti?
Quali sono i tuoi ANT's (Automatic Negative Thoughts) ?  
Che pensieri fai su di te? sugli altri? sulla situazione? Quali Convinzioni limitanti sono radicate in te?
Quanto sono utili? 
Quanto sono vere?

Rendersi conto del proprio dialogo interno, dei propri pensieri ripetivi e autosabotanti e fondamentale. 

Fase II: SCEGLIERE

A) Quali sono le tue Risorse?Se fai l'inventario delle tue Risorse, anche facendoti aiutare da chi ti conosce bene e ti sa parlare con onestà e obiettività, avrai una lista di parole grandi, che si traducono in azioni più o meno quotidiane:  sono le tue Forze!
Conoscerle, e riconoscere giorno dopo giorno che le utilizzi e che ti portano cose buone, è un passaggio fondamentale per uscire dalla Sindrome dell'Impostore.
Non serve salvare il mondo per dirsi bravo e per dire grazie di quello che abbiamo e che la vita ci porta!
B) Quali Convinzioni Potenzianti puoi sostituire a quelle limitanti?Non siamo vittima dei nostri pensieri: se ci accorgiamo che il nostro dialogo interno ci corrompe e ci sabota, lo possiamo cambiare .
Come puoi ribaltare le convinzioni limitanti?
Cosa puoi pensare di vero, utile e potenziante al loro posto?
Quali sono i momenti e i fatti che provano il contrario?
Quali sono le possibili altre spiegazioni del comportamento altrui?
Quali effetti positivi si possono produrre se fai quella certa azione che ti spaventa?
Cosa succede se non la fai?

C) Quale nuova storia vuoi raccontare a te stess@ e al mondo su di te? Quanto vuoi prenderti cura di te?
Cosa puoi fare per prenderti cura della tua salute fisica?
Cosa puoi fare per prenderti cura della tua salute mentale?
Cosa puoi fare per prenderti cura della tua salute emotiva?
Se non lo fai cosa succede?
Se non lo fai, che storia racconti di te?
Invece che storia vuoi raccontare ?

FASE III: CREAREQuesta fase è quella in cui si passa all'azione, dopo tanto lavoro di pensiero, sensazioni, emozioni.E' la fase del piano d'azione giusto per te.Può essere anche un primo piccolo passo ...verso la luna.
A) Scegli chi vuoi essere e che parte di te vuoi "mandare in campo" .
Se scegli di non far giocare i sabotatori di cui parlavamo sopra, li plachi e li fai sedere in panchina, che giocatore mandi in campo al loro posto?
La parte di te che prende rischi?
Quella che chiede aiuto e federa?
Quella che impara dagli altri?
Quella che collabora e aiuta?
Quella che porta idee nuove?
What else?

B) Sperimenta! Agisci!
Stendi una piccola lista di comportamenti che descrivono il te stesso nuovo, o la parte di te che vuoi mandare in campo:
- cosa fa ?
- cosa non fa,  cosa smette di fare?
E poi lanciati! Agisci! Ogni giorno un po'!
E valuta gli effetti su di te e sugli altri. Ogni giorno un po'!

C) Crea il tuo gruppo di supporto
A chi puoi chiedere di supportarti nel tuo nuovo comportamento e come?
A chi puoi chiedere feedback regolarmente?
Da chi vuoi farti sfidare?


E' tanto lavoro. Lo so. E può venirti da dire "No, è troppo, ed è l'ennesima cosa da fare, e non funzionerà mai!" Ma è sempre la sindrome dell'impostore che parla. E' sempre il sabotatore che parla.
Certo, sarà faticoso, perchè è una cosa nuova.
Ma è la sola fatica che libererà l'energia e la vita.
Nel loro coinvolgente Ted Talk gli Orbe Austin dicono questa frase: "Se lavori per te stess@ tanto quanto lavori per gli altri, sarai inarrestabile".
Avere un coach al proprio fianco, o un mentore, o un amico fidato e onesto in questo "lavoro" serve proprio a non sentirsi sopraffatti, a dare continuità e a farlo diventare una nuova abitudine, un nuovo modo di essere, autentico e naturale.
Puoi trovare altri spunti di riflessione che completano il quadro  nel lavoro di Isabela Lusinska


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