ANSIA: PRIMA GESTISCI IL CORPO, POI LE CONVINZIONI

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In genere le situazioni che ci mandano in ansia sono ripetitive: quali sono le tue ? Ognuno di noi ha i suoi "grilletti": situazioni che "accendono" emozioni e pensieri non utili, tra cui l'ansia, con le sue molteplici sfaccettature.E' utile notare cosa ci capita in quei momenti: cosa ci succede fisicamente e che pensieri facciamo. Perchè non siamo vittima di quel che ci accade interiormente, ma lo possiamo cambiare.
Ti propongo un lavoro di riflessione individuale, sviluppato da chi ha ideato l'approccio della Pnl negli anni '70, Richard Bandler e John Grinder.
Ti invito a fare questo lavoro supportato da un Coach, o  comunque da una persona che ti aiuti a "stare" dentro una elaborazione non necessariamente comoda, dandoti anche qualche spunto per renderla più facile.


Ripartiamo dalle situazioni che ci mandano in ansia: quali sono le tue ?E’ molto utile farne un elenco per capire se ci sono degli schemi ripetitivi: quel certo tipo di persona, quel certo tipo di attività….Una volta individuate quelle che per te sono più frequenti, o più significative, scegline una specifica, e richiamala, rivivila, come se stesse capitando qui e ora.Vedi quello che vedonno i vostri occhi, senti quello che sentono le tue orecchie, aggiungi quanti più dettagli, e poi focalizzati sul tuo corpo.Quali sensazioni fisiche provi in quel momento di ansia?
Individua la parte del corpo che è impattata, ristretta o ampia che sia, e descrivi a te stess* la sensazione nel modo più ricco e completo possibile:
- dov’è la sensazione? In quale parte del corpo la avverti?- che forma ha ?- quanto è grande?- di che colore è ?- di che materia è fatta?- che temperatura ha?- è pesante? è leggera?- è ferma? si muove? e come si muove?
Ora che hai messo a fuoco esattamente la tua sensazione fisica, puoi “ridurla”, semplicemente con la tua immaginazione e concentrazione.Se è grande rimpiccioliscilaSe ha un colore molto accesso, togli colore, sfumaloSe è molto calda rinfrescala, se è molto fredda riscaldalaSe è pesante alleggeriscilaSe si muove rallentalaSe è immobile mettila in movimento…..Passa in rassegna tutte le caratteristiche fisiche della tua sensazione, e riducila: ti renderai conto facendo l’esercizio che ce ne sono una o due che contano più delle altre, che sono determinanti nel permetterti di ridurre la sensazione piacevole, depotenziandola.
Mentre fai l’esercizio, verifica quanto l’ansia con questa tecnica pian piano si affievolisca, quasi a scivolare fuori dal corpo.Prosegui l’esercizio il tempo che serve per trarne giovamento, e prendere distacco dalla situazione critica.
Adesso sei pront* per la  seconda parte dell’esercizio: prestare attenzione ai pensieri, alle convinzioni.Qual è il pensiero che fai nel momento in cui vai / sei in ansia? 
E’ un pensiero su di te ? su quello che sai o non sai fare? Puoi o non puoi fare? 

Oppure è un giudizio sugli altri, una generalizzazione? Le persone che si comportano così sono sicuramente …… 

Oppure ancora è una riflessione sulle conseguenze possibili delle tue azioni? Se faccio x succederà di sicuro y.....

Una volta che avrai messo a fuoco cosa pensi in quei momenti di ansia, scrivilo, in una frase il più breve possibile, e chiediti: quanto è vera?  che effetto ha su di me pensare questo?

Se ti rendi conto che pensare quella certa cosa non ti è utile, perchè riduce le tue opzioni, fa crescere l’ansia, e ti mette in uno stato non ideale per affrontare la  situazione che hai di fronte, quella è una “convinzione limitante”.
Puoi allora scegliere di “disinnescarla”, sostituendola con una nuova convinzione, che chiameremo “potenziante”.

Le convinzioni limitanti sono moltissime, vengono dalla nostra esperienza (diretta o raccontata), possono essere parzialmente vere, ma il tema chiave è che si attivano in automatico, e a volte non producono comportamenti e risultati utili. Anzi, possono avere effetti controproducenti, per noi e per le nostre relazioni.

La chiave per uscire da questa trappola , nella sua innocente semplicità, è scegliere di pensare una cosa diversa. Vedere arrivare la convinzione limitante, ringraziarla per quelle volte che è utile, e scegliere di sostituirla con una potenziante.
Ecco in dettaglio il lavoro che propongono Bandler e Grinder:1. Ritagliati tempo per identificare le tue convinzioni limitanti e scriverle.
2. Prendi una convinzione limitante alla volta. E' meglio cominciare con una facile, quella che sappiamo razionalmente che è falsa, ma di cui siamo comunque in qualche modo vittima.  Ad esempio “Tutte le persone che hanno raggiunto il successo nella vita avevano chi li aiutava»
3. Chiediti “Da dove viene e a che cosa serve o a cosa ti è servita fin qui quella convinzione?”Rifletti sulla tua vita e scrivi ogni esempio, ogni esperienza che ha rafforzato questa convinzione.E chiediti quando e come ti è stato utile avere quella convinzione, cosa ti ha permesso di realizzare fin qui.
4. Poi chiediti: “Quali sono gli effetti negativi che ora ha su di me e sulle mie relazioni?”Se annoti diversi effetti negativi, come immagino, passa alla fase 5
5. SOSTITUISCI LA CONVINZIONE LIMITANTE CON UNA POTENZIANTEScrivi una convinzione che vuoi sostituire all’altra, una convinzione che funziona per te ed è coerente coi tuoi valori. Sentila dentro di te. Presta attenzione a cosa vedi, a cosa senti e a cosa provi quando sei in contatto con la tua convinzione potenziante. 
6. FAI PRATICA QUOTIDIANAMENTE.La vecchia convinzione tornerà! E ogni volta che ti accorgerai che la vecchia convinzione ritorna (e ritorna, stai sicuro!) contrastala con la nuova , richiamando tutte le sensazioni positive che porta con sé.


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