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Uno dei modi per migliorare la nostra efficacia è eliminare le abitudini che disturbano la nostra energia e motivazione. In particolare quelle che ci sottraggono energia per affrontare la giornata, e diminuiscono il nostro benessere.
Iris Maignan, che scrive sul sito dal meraviglioso nome Maddyness, ci propone 10 esempi di abitudini che possiamo abbandonare a partire da oggi: qual è la più impattante per te? da quale vuoi partire?
1. Preoccuparsi di ciò che è fuori dal nostro controllo
Purtroppo non possiamo controllare le decisioni prese da chi è nella posizione di prenderle, che sia un genitore o l’ amministratore delegato della nostra azienda.
E non possiamo controllare gli eventi imponderabili della vita, se non in piccola parte, fin dove arriva la nostra capacità di prevedere o prepararci.
Forse dedichiamo troppo tempo ed energia a lamentarci di quello che altri hanno deciso ?
Forse dedichiamo troppo tempo o energia a preoccuparci di ciò che potrebbe accadere?
In realtà ciò che è utile è concentrarsi su ciò che possiamo controllare, che possiamo influenzare: il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre possibilità di azione.
E ciò che non possiamo controllare, dobbiamo solo accettarlo, senza sprecare energia nel ruminare o nel tentativo vano di combatterlo.
2. Essere perfezionista
Non tutto può essere perfetto, e non è nemmeno utile che lo sia.
Sono oggettivamente pochi i momenti in cui la perfezione conta, ma molti di noi sono “dominati” da un bisogno autosabotante di rendere le cose perfette.
Il pensiero che ci deve accompagnare è :”Quanto è utile aggiungere quel dettaglio?” “Quanto è utile rivedere per la quinta volta quella presentazione?“
Scegliamo le nostre battaglie! Libereremo energia e saremo più motivati.
3. Essere risucchiati dalle lamentele e negatività degli altri
C’è sempre qualcuno che si lamenta di qualcosa. I social media sono pieni di esternazioni lamentose, e spesso le conversazioni tra amici sono scambi di mugugni.
Che effetto ci fa ascoltare o leggere le lamentele e la negatività altrui?
Se siamo onesti, non ci fa stare bene: ci intossica, ci drena energia e voglia di fare.
Riconoscere le situazioni che ci succhiano energia ed evitarle non è indice né di cattiveria né di egoismo.
Possiamo dare ascolto ed empatia agli altri, ma non possiamo diventare “la pattumiera” delle loro negatività.
4. Aiutare le persone che non vogliono essere aiutate
Se uno dei vostri cari sta attraversando un momento difficile, è importante sostenerlo, per quanto possibile.
Eppure, sostenere gli altri nei loro momenti duri può diventare estenuante, specialmente quando le persone in realtà non vogliono farsi aiutare.
Non possiamo cambiare gli altri, sta a loro, per loro scelta, cambiare: insistere è inutile, anzi controproducente.
Noi ci ritroveremo frustrati e stanchi, e l’altro non si sarà spostato di una virgola.
5. Dipendere dalle parole e dalle azioni altrui
Ascoltare le parole, i giudizi, i consigli degli altri è spesso utile, ma dipenderne ed esserne vittime assolutamente non va bene.
Non potremo mai piacere a tutti, e lo dobbiamo accettare, restando coerenti, con gioia e solidità, con i nostri valori.
E non possiamo nemmeno passare le giornate a interpretare gli sguardi o il non detto di chi ci sta accanto: se proprio vogliamo capire, invece di lasciarci andare alle speculazioni, basta chiedere chiarimenti.
6. Passare del tempo con persone che ci sminuiscono
Dobbiamo circondarci di gente che apprezza quello che siamo, ci aiuta a crescere, ci permette di superare fatiche e difficoltà.
Dobbiamo allenare la consapevolezza e l’apprezzamento delle nostre risorse e qualità; dobbiamo allenare la fermezza e fiducia nell’esprimere le nostre opinioni; dobbiamo mettere paletti e freni alle persone che ci svalorizzano. Fanno male all’animo, come e più di quelle negative e lamentose.
7. Fare un lavoro che non ci piace
E’ inevitabile fare ogni tanto cose che non apprezziamo particolarmente: fa parte di ogni lavoro.
Però se la sensazione di malessere e di delusione dura da troppo tempo, vuol dire che è ora di cambiare.
Il lavoro occupa almeno il 70% del nostro tempo svegli: non è un nice to have, non è qualcosa da tollerare, è qualcosa che deve darci energia, non togliercela.
E spesso non è necessario lasciare l’azienda per generare un cambiamento: può bastare trovare un modo diverso di fare il nostro lavoro, concentrandoci su ciò che ci piace di più.
8. Non fare sport
E’ più facile tornare a casa dopo il lavoro senza andare in palestra, ma non è una buona idea rinunciare all’attività sportiva, di qualunque tipo sia. Fare sport libera il corpo e la mente, dà il tempo di decomprimere, e lascia una sensazione positiva di salute e benessere.
Dobbiamo inserire, nel modo più naturale possibile, l’attività fisica nelle nostre giornate. E’ meglio una mezzoretta ogni giorno, che 2 ore 2 volte alla settimana.
Il corpo deve abituarsi al movimento, e riconoscere quanto sia positivo, piacevole, necessario, desiderabile.
9. Rivangare il passato
Il passato ha moltissimo da insegnarci, se lo usiamo bene. Daniel Pink ha pubblicato un libro chiamato The power of regret, che parla della forza dell’utilizzare i rimorsi o i rimpianti per migliorare, cambiare, andare oltre.
D’altro canto, passare del tempo a rimuginare, compiangersi, dare la colpa ad altri, non serve a niente: ci toglie energia e rimuove la nostra responsabilità sulle nostre scelte. L’unica cosa da fare è andare avanti. Indietro non si può tornare.
10. Non dire NO
Molti di noi sentono in modo schiacciante il bisogno di accontentare gli altri, o di occuparsi di loro.
La generosità è una grande qualità, celebrata dall’etica e dalla religione.
Anche andare oltre i propri limiti o abitudini è cosa buona, se ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort, ci porta fuori dall’egoismo, e ci apre a emozioni positive e gratificanti.
Quello che è dannoso è il prendersi troppa responsabilità, anche quella che spetta ad altri; o facciamo cose che non vogliamo fare, che non servono il nostro scopo e vanno contro la nostra identità.
La soluzione in quei casi è dire di NO con grazia: sarà dura all’inizio, ma la gente ci rispetterà per questo.
E avremo più tempo per impegnarci su ciò che ci interessa davvero e ci porta valore, nel breve e soprattutto nel lungo termine.