GENERAZIONI DIVERSE, DIVERSO APPROCCIO AL LAVORO

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Con 4 o 5 generazioni attive al lavoro in contemporanea,  le incomprensioni e la sfiducia sono all'ordine del giorno, e quando si verifica una collisione generazionale questo si traduce in minore collaborazione, peggioramento del clima aziendale, rallentamento del lavoro, riduzione della produttività, elevati tassi di turn-over .Capire le diverse identità generazionali è quello che ci può permettere di costruire ponti e fiducia, e lavorare in maniera più efficace: 
  • capire
  • non giudicare
  • riconoscere il "buono",  l'intenzione positiva

Ogni generazione affronta gli stadi della vita in modo diverso, non c'è il giusto e lo sbagliato, forse c'è il più o meno utile di fronte al contesto Ogni generazione è stata formata e condizionata da eventi e cultura tipici del periodo in cui è nata, e questo non lo possiamo cambiare, ma possiamo allargare la visualeOgni generazione non è uno sviluppo lineare di quella precedente: non ci sono muri a separarle, gli intervalli temporali sono ampi, una persona può essere nata all'inizio o alla fine di un periodo, ed è stata impattata dall'età dei suoi stessi genitori e dagli avvenimenti specifici della sua vita.Le indicazioni di massima che emergono dalle fotografie internazionali sono un interessante punto di partenza in termini tendenziali.
Quello che poi dobbiamo fare è capire le singole persone che abbiamo intorno a noi come individui, con curiosità e rispetto, senza incasellarle.

Ecco uno schema che viene dagli studi di Lynne C. Lancaster e David Stillman (When generations collide) , dai Deloitte Studies e dai McKinsey studies per sintetizzare la ricchezza della diversità.
GENERAZIONI DIVERSE = DIVERSA STORIA - DIVERSI TRATTI DISTINTIVI
Tradizionalisti (1925-1944) - sono meno del 2% della forza lavoro- sono cresciuti in un'epoca di privazioni- sono pronti al sacrificio, risparmiatori- hanno come valori chiave il dovere, l'onore, la patria- rispettano l'autorità - sono a loro agio con la gerarchia - amano i dettagli - sono a disagio con l'ambiguita e il cambiamento - sono convinti che età equivale a esperienza e competenza
Baby boomers (1945-1964) - circa il 10% della forza lavoro-sono stati bambini negli anni 60, nell'economia più florida di sempre
-sono stati giovani negli anni 70, epoca di contrapposizioni tra blocchi e di forti lotti politiche (diritti civili, femminismo, lotte operaie) ed estremismi (terrorismo rosso e nero)
- tra loro ci sono le prime donne che hanno avuto la possibilità di lavorare- sono workaholics- hanno un rapporto di amore-odio con l'autorità e la gerarchia- ambiscono a posizioni di leadership- si identificano con il loro lavoro- sono consumisti: il successo si deve vedere
Generazione X (1965-1980) -  circa il 40% della forza lavoro- sono stati giovani negli anni 80,  nel momento in cui il mondo si apriva: crollava il muro di Berlino, nasceva l'Unione Europea con il programma Erasmus, i costumi sociali erano più liberi e aperti
-le istituzioni hanno però cominciato a vacillare  (stragi di stato, stragi di magia, Mani Pulite)
- hanno iniziato a capire che il lavoro per tutta la vita non esiste più- molte delle loro mamme lavoravano, quindi hanno imparato a fidarsi di sé stessi e ad arrangiarsi- hanno fiducia in sè stessi e positivi verso il futuro- sono impegnati professionalmente e personalmente- sono abbastanza a proprio agio col cambiamento
GenerazioneY/Millennials (1981-1995) -  circa il 40% della forza lavoro- le parole chiave sono "facilità" ed anche “forse” e “nulla è per sempre”
- son stati giovani nel momento della nascita dei voli low cost per viaggiare nel mondo e sono naturalmente aperti a culture e razze diverse
- fin da giovani hanno avuto strumenti digitali e internet nel palmo della mano (Ipod, Iphone,Ipad) e sviluppando relazioni attraverso i social media
- interessati a forme di apprendimento interattive e on line - interessati alla matematica e alle scienze
- molto aperti al cambiamento e all'apprendimento di nuovi mestieri
- l'11 settembre e il rischio terrorismo ha rotto però la serenità del mondo, e la paura è stata presente nella loro crescita più che per la generazione X- è la prima generazione cresciuta in famiglie mononucleari
- attivi nel volontariato 
- interessati all'ambiente 
Generazione Z (1996 - 2010) meno del 10% della forza lavoro-le parole chiave sono instabilità, incertezza e ipervelocità
-sono stati piccoli e  giovani in un momento denso di crisi profonde e globali: clima, migrazione, covid, terrorismo, guerre vicine a casa
- fin da piccolissimi hanno usato strumenti digitali da usare in autonomia e in solitudine per imparare, comunicare, studiare, interagire con gli altri, fruire delle notizie o dell'entertainment, in uno sviluppo esponenziale che arriva fino all'intelligenza artificiale, con  il suo potenziale e i suoi rischi
- la velocità e l'accavallamento di stimoli ed input è costante e crescente
- il lavoro è sempre più povero e instabile, e nel loro concetto di equilibrio di vita pesa meno rispetto alle generazioni precedenti
-il cambiamento è un dato di fatto e una necessità, tipi di lavoro nuovi nascono e alcuni lavori scompaiono, con tutto il senso di opportunità e di rischio che questo implica
-la consapevolezza, preoccupazione e attivazione per i temi del cambiamento climatico e del rispetto delle diversità sono forti
-l'etica delle aziende è qualcosa a cui sono molto sensibili-la flessibilità non è più un nice to have, è fondamentale
GENERAZIONI DIVERSE = DIVERSO APPROCCIO ALLA CARRIERA, AL LAVORO, AL FEEDBACK
Le 4 generazione attualmente al lavoro sono diverse dal punto di vista degli obiettivi di carriera, dell'approccio al feedback, dell’equilibrio lavoro-vita privata e del modo in cui accedono alla formazione. Vediamo le principali differenze, secondo Stillman e Lancaster
Riguardo al lavoro e al fare carrieraI Tradizionalisti considerano il cambio di lavoro un marchio negativoI Baby Boomers vogliono fare carriera per costruire un valore riconosciuto, e ritengono che cambiare lavoro rallenti il  percorsoPer la Generazione X vuole far carriera per conquistare la libertà di fare altro, poi. Cambiare lavoro e' necessario per guadagnare di più e fare  più esperienzePer i Millennials cambiare lavoro è parte della routine, e si impegnano anche nella costruzione di carriere paralleleLa Generazione Z non sa se e quando avrà una carriera, e il lavoro è qualcosa di instabile e spesso mal pagato
Riguardo all'equilibrio lavoro-vita privataI tradizionalisti danno per scontato che il lavoro pesi di più rispetto alla vita privataI Baby Boomers cercano di far stare tutto in equilibrio e di lasciare un pò di spazio per sè stessiLa Generazione X vuole equilibrio adesso, non quando avrà 70 anniPer i Millennials il lavoro non è tutto, e cercano flessibilitàPer la Generazione Z l' equilibrio privato/lavoro e la flessibilità sono cruciali. Fondamentale il lavoro da remoto nella scelta dell’azienda in cui lavorare. La salute mentale è un tema di cui parlare senza timori 
Rispetto alla pensionePer i Tradizionalisti è il premio finalePer i Baby Boomers è un'opportunità di godersi la vitaPer la Generazione X è un momento di rinnovamento, reinvenzione, ma anche faticosoPer la Generazione Y è un momento ...che forse non ci sarà?La Generazione Z : pensione?
Riguardo a ciò che li gratifica davveroI Tradizionalisti traggono soddisfazione da un lavoro ben fattoI Baby Boomers vogliono i soldi, il titolo, l'ufficio d'angolo con la piantaLa Generazione X considera la libertà di gestire il proprio tempo il premio più importanteI Millennials vogliono un lavoro che abbia significato e sposi una causaLa Generazione Z cerca flessibilità, rispetto per la diversità, equilibrio
Riguardo al feedbackI Tradizionalisti pensano “no news good news”I Baby Boomers sono per l’opzione “dammi il feedback una volta all'anno e dammi dei fatti La Generazione X è stata la prima nella storia a chiedere feedback per sapere come stava andandoI Millennials esigono feedback frequenti e rassicuranti,e cercano approvazione più della generazione precedenteLa Generazione Z cerca un feedback frequente, veloce, concreto e fattuale,  volte istruzioni precise quando precise non possono essere. Il feedback va bene anche per messaggino piuttosto che non averlo 
Riguardo ad apprendimento e formazione I Tradizionalisti dicono “io ho imparato facendo, tu puoi fare lo stesso”. Nei training vogliono presentazioni strutturate e lavorano da soli; non amano il role playing, la tecnologia, partecipare a training con persone giovaniI Baby-Boomers temono che “se gli diamo troppa formazione se ne andranno”. Nel training vogliono esperienze pratiche; amano interagire; vogliono essere considerati sempre giovani ed in crescita; odiano i role play; odiano maleducazione e mancanza di rispettoLa Generazione X segue l’approccio “più imparano qui da noi, più resteranno”. Nei training Cercano sintesi, velocità, concetti chiari; odiano perdere tempo e scendere nei dettagli; amano la tecnologia e le discussioni animate; odiano i formalismi ; cercano feedback veloci; sono esigentiPer i Millennials l' apprendimento deve essere continuo ed è un modo di vivere. Imparano facendo; cercano ordine e struttura; chiedono velocità e sintesi; imparano molto da soli; cercano feedback costantemente; vogliono far parte attiva di progettiLa Generazione Z è  multimediale, interconnessa e aperta. Veloci e multitasker, con tempo di attenzione basso, e divorano informazioni. Vogliono moduli brevi, Q&A, video, gaming, AR, il tutto auto-gestito, adattabile a sé e su mobile. Cercano training cross funzionali e cross skill.
D’altro canto hanno bisogno di costruire relazioni e connessioni, anche su un piano non virtuale, e di avere un quadro d’insieme che spesso sfugge.

Per approfondimenti ulteriori sulle generazioni più giovani in azienda, potete consultare le evidenze degli Studi Deloitte


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