LE CONVINZIONI DELLE PERSONE RESILIENTI

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Molti studi sono stati condotti negli anni per riuscire ad individuare le caratteristiche delle persone più resilienti, e trovare correlazioni tra tratti della personalità e capacità di gestire lo stress. Ciò che a me interessa di questi studi non è tanto l'aspetto deterministico (hai questa personalità e dunque sei più o meno incline allo stress) quanto l'aspetto "attivo", "causa-effetto" : hai determinati pensieri e abitudini, e questo ti rende più agile davanti allo stress.
Mi interessa questo aspetto perchè i pensieri e le abitudini si possono cambiare!

Alcune persone vivono male la fatica di un mondo volubile, complesso e demanding perché si focalizzano su cose che non possono controllare: eventi esterni, cose successe nel passato,  le opinioni degli altri, invece che focalizzarsi su quello che possono controllare:  
  1. le loro convinzioni, 
  2. le loro emozioni e stati d'animo, 
  3. i loro atteggiamenti e comportamenti. 

Di questi 3 aspetti il più importante di tutti sono le convinzioni: perché quello che crediamo vero, riguardo al lavoro, alle persone, alla vita in genere, determina largamente come ci sentiamo ( emozioni e stati d'animo) e le azioni che intraprendiamo ( i nostri atteggiamenti e comportamenti).
Dai molti studi condotti negli ultimi anni emergono 8 convinzioni potenzianti che caratterizzano coloro che si danno la forza emotiva di gestire quello che la vita gli butta addosso. Ognuno di noi può riflettere su queste convinzioni, verificare se le possiede, e valutare la possibilità di orientare i propri pensieri in questo senso, per vivere una vita di maggiore flessibilità e adattabilità, e aumentare la propria capacità di affrontare e superare ogni sfida e complessità.
Possiamo scegliere i nostri pensieri, non ne siamo vittima!Dunque, se ci accorgiamo di essere "preda" di una convinzione non utile, possiamo guardarla con rispetto, onorando le ragioni per cui si è formata, e le buone intenzioni con cui si manifesta, e scegliere di sostituirla con un pensiero più utile. Se ci concentriamo su un pensiero più utile, cosa cambia nelle nostre emozioni? nel modo in cui stiamo? nelle opzioni che vediamo? nei nostri comportamenti ? 
Ecco dunque alcune convinzioni "naturali" delle persone più resilienti, che possiamo scegliere di adottare.
Riflessioni più approfondite nel libro 7 things resilient people do differently di Akash Karia

1.       Imparo di più dai fallimenti che dai successi. I fallimenti mi fanno capire e imparare, mi aiutano ad affinare i miei obiettivi, mi fanno allenare risorse e capacità.
2.       Gli obiettivi che contengono la frase “proverò” sono destinati a fallireCome diceva maestro Joda "non c'è provare, c'è fare!"  Se voglio far succedere qualcosa, il mio dialogo interno usa le parole "io farò, io voglio."
3.       Se non agisco, sbaglio in ogni caso. Quello che trattiene la maggior parte delle persone è la paura di sbagliare. Ma cosa succede se stai fermo? se non fai niente? 
4.       Quello che dico a me stesso rinforza quello che penso: occhio al dialogo internoSe esce dalla mia bocca qualcosa di brutto su di me, questo darà via ad un loop di negatività e pessimismo. Devo avere tolleranza verso di me, riconoscere i comportamenti non utili, ma non umiliare me stesso. 
6.       Sono responsabile della mia felicità. Ciò significa mettere nelle tua vita attività e persone che ti rendono felice.
Ciò significa riconoscere e onorare le tue qualità.
Ciò significa gestire in modo equilibrato le opinioni e giudizi degli altri.
Tutte cose non necessariamente facili, ma da allenare, giorno dopo giorno

7.       “Non prenderla sul personale”: c'è sempre almeno un'altra spiegazione
Se non la prendi sul personale non vai immediatamente a guardare il "male" in quel che accade, non pensi che ci sia del dolo contro di te, non ti fa sopraffare da emozioni non utili, e riesci sempre a vedere almeno un'altra via. 

8.      Shit happens!
Le  persone non resilienti tendono a vedere le cose negative come eterne, "colpa" loro, e irrimediabili.
Le persone resilienti sanno dirsi: è accaduto, passerà, posso fare qualcosa.

E a proposito di questo ultimo punto, concludo spiegandovi il senso dell'immagine che decora questo articolo. La tazza della foto è un esempio di un'arte che in Giappone chiamano "kintsugi": la capacità di riparare gli oggetti inserendo dell'oro o argento liquido nelle crepe.
La convinzione dei giapponesi è che un oggetto incrinato o rotto possa essere riparato  con un metallo prezioso,  diventando così qualcosa di speciale e  unico, e perciò ancora più bello. 
Ognuno di noi ha la possibilità e la responsabilità di fare lo stesso con la propria vita. 
  Per approfondire gli strumenti per individuare e agire sulle nostre convinzioni, cliccate qui
Per approfondire questi temi potete consultare anche il lavoro di Art Mortel - The courage to fail e Omar Periu - Mindset for success

 
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