COME IL TUO EGO SABOTA LA TUA CREATIVITA’

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Todd Henry, fondatore di Accidental  Creative, ci fa riflettere sul ruolo dell'Ego rispetto alla nostra capacità di  essere creativi.   Ego non significa solo tracotanza, insistenza o autoreferenzialità:  queste sono solo alcune manifestazioni.  Ce ne sono altre,  meno appariscenti, delle quali dobbiamo essere consapevoli, perché dar loro  spazio è un rischio, se vogliamo aumentare la nostra capacità creativa.  
Lavorare creativamente significa avere voglia di prendere rischi, di sperimentare, e per farlo bisogna andare oltre l'Ego, oltre l'immagine che abbiamo creato di noi.   Alcuni di noi stanno sempre nella loro "Safety Zone", perché amano sentirsi bravi e capaci, e rifuggono la paura di sbagliare e di scoprire di avere dei limiti.
E' umano, comprensibilissimo, ma possiamo fare qualcosa per spostare il limite un pochino più in là.
Henry ci racconta 3 Trappole, come le chiama lui,  in cui un Ego troppo sviluppato ci può far cadere.Trovo interessante leggerle e vedere se ci riconosciamo in qualcuna di queste. E poi decidere se abbiamo voglia di lavorarci su con un Coach.
Trappola dell' Ego n°1 - Fare la vittimaQuando da piccoli si giocava a pallone,  di fronte a disaccordi improvvisi poteva capitare che  il bambino che aveva portato la palla dicesse "Io non ci sto più,  ho portato la palla, e me la porto via" . Quel bambino preferiva uscire dal gioco, piuttosto che essere flessibile, trovare un compromesso e continuare a giocare: questo è un modo di "fare la vittima", o "fare i capricci". Da adulti capita di fare cose non troppo diverse. Quando facciamo la vittima, il nostro dialogo interno dice "Se non ascoltano la mia proposta, allora non gliene porterò più" oppure "Non vale la pena sforzarsi, perché  gli sforzi non sono riconosciuti".
Quando facciamo così, mettiamo il nostro bisogno di riconoscimento davanti al lavoro, e davanti alla mission del team. Questo tipo di approccio implica il non mettersi totalmente in gioco, il dare sempre un po' di meno del massimo.
Dobbiamo stare molto attenti ai segnali della vittima dentro di noi,  non dobbiamo permetterle di allontanarci dalla possibilità di creare qualcosa di buono solo perchè la nostra prima idea non è ben accetta. 

Trappola dell' Ego n°2 - Attaccare per proteggere il proprio StatusQuando abbiamo la sensazione che qualcuno stia invadendo la nostra area di influenza, sentiamo il bisogno di proteggere la nostra credibilità e autorità.  Entriamo in un meccanismo di protezione, in cui rifiutiamo che qualcun altro possa avere un'opinione migliore.  Alcuni addirittura arrivano ad appropriarsi di idee altrui, pur di non dar loro la possibilità di prendere la scena, pur di difendere il proprio status. Questo tipo di atteggiamento può sfociare anche nella crudeltà di sminuire il lavoro dei colleghi, per rendere il proprio più visibile.C'è un'enorme differenza tra la fiducia nelle proprie capacità e un Ego Iper sviluppato.la FIDUCIA in se stessi dice "Io posso fare questa cosa bene".     L' EGO dice "Io non posso sbagliare".La FIDUCIA in se stessi dice "Io valgo".    L' EGO dice "Il mio valore non può essere messo in discussione"
Quando ci comportiamo così, mettiamo freni molto forti alla creatività nostra e degli altri:
- perchè creiamo fissità, ci fossilizziamo in una posizione invece che essere flessibili e agili (e l'agilità è l'essenza della creatività)
-perchè creiamo situazioni di disagio, paura, battaglia, invece che creare apertura, inclusione, mescolanza, interesse, fiducia. 

Trappola dell' Ego n° 3 - Offendersi facilmenteE' diverso dal fare la vittima nel senso che qui ci si concentra sul "prenderla sul personale", "prendere tutto come un'offesa", non accettare alcun feedback correttivo.
Ci sono persone che vedono sempre un retro pensiero, una intenzione cattiva, una mancanza di rispetto. Capita a moltissimi di noi.
Alcune persone considerano ogni forma di disaccordo come una messa in discussione della loro competenza e del loro ruolo, si sentono sotto attacco sempre.
Anche questo atteggiamento è figlio della paura e della fragilità, di un bisogno di sentirsi accettati e apprezzati, espresso e difeso in modo controproducente.
Anche queste manifestazioni sono espressioni di un Ego sviluppato, che cerca apprezzamento e accettazione, ma teme sempre che gli venga tolto.

Se siamo vittima di una o più di queste trappole diventa molto dura lavorare con noi: gli altri si stancano di "camminare sulle uova" in nostra presenza, di stare sempre attenti a come dicono le cose, di tollerare le nostre intemperanze.E' necessario lavorarci su, perchè alla fine saremo noi a soffrire e ad essere isolati, ottenendo esattamente il contrario di quello a cui tanto teniamo.


Se viviamo o lavoriamo con persone che sono vittima di una o più di queste trappole, dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità e generosità di dar loro un feedback, per aiutarli a rendersi conto dei comportamenti che mettono in atto (di cui spesso non solo consapevoli) e degli effetti che producono.



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