VUOI DAVVERO INNOVARE? TROVA I TUOI RIBELLI E VALORIZZALI

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Molte aziende,  governi, nazioni, individui desiderano passare da una condizione di sopravvivenza (in cui si fa fronte alle difficoltà che arrivano) ad una in cui si è in grado di costruire il futuro, creando nuove regole, un nuovo equilibrio
Il Dr Max MaxMckeown è un appassionato di innovazione, disruption e coraggio, e racconta questi temi su social media, libri ed eventi, YouTubeSecondo lui il percorso evolutivo delle organizzazioni  e dei singoli dovrebbe andare dal sopravvivere al fiorire, fino al "trascendere".Ma per far questo bisogna cambiare radicalmente l'approccio logico ed emotivo al lavoro e alla vita in genere.Se e' relativamente facile sapere che si deve fare qualcosa per affrontare i "problemi" di oggi,  non è altrettanto facile pensare a medio lungo termine, costruire un futuro diverso. Le implicazioni sono moltissime, e per alcuni è proprio un esercizio difficilissimo sul piano intellettuale.Nella maggior parte dei casi le persone riconoscono l'importanza e anche l'urgenza di interventi di rottura, ma rifiutano la fatica del pensare a fondo e in maniera "radicale" alle soluzioni: è tutto troppo complesso, troppo penoso, e magari nemmeno funzionerà.
Si sente spesso dire che il modo di pensare che ha prodotto i problemi non sarà quello che individuerà le soluzioni, tanto meno le "visioni" di futuro. Ed è proprio per questo che servono le capacità di persone che stanno al di là e al di fuori dei vincoli precostituiti.  È  per questo che c'è bisogno di liberare i radicali, i devianti, i ribelli, gli eroi, i folli, coloro che tendono a stare ai margini del sistema, che dicono le cose scomode.
Sono persone che, mediamente, vengono isolate, schiacciate o addirittura licenziate nei momenti di grande stress. 
Non avete mai sentito nessuno dire: " l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento di difficoltà è di qualcuno che mi crea problemi" ? Ecco, facendo così ci liberiamo proprio di quelle poche persone che potrebbero aiutarci a fare la differenza per capire e realizzare il cambiamento necessario.
McKeown ci racconta un paio di esempi di "devianza" di pensiero, che ho trovato molto interessanti.
Levi's Strauss ebbe negli anni '90 un ribelle tra le fila del suo Comitato di Direzione, il Brand & Special Projects Director.
Di fronte al tema della enorme quantità d'acqua sprecata per pulire i jeans dopo la loro tintura (3000 litri d'acqua per un singolo paio di jeans, che veniva lavato dalle 3 alle 10 volte) egli lanciò un progetto per la riduzione a zero della quantità di acqua usata, sostituendo l'acqua con resine particolari. Nel 2011 Levi's lanciò i primi jeans water-less, e realizzò una partnership con la charity water.org, invitando gli altri produttori di jeans ad adottare la stessa tecnologia.

Un altro esempio storico di "devianza" che ha prodotto eccellenti risultati, eppure ancora non viene seguito dalla maggioranza dei paesi, è l'approccio alla droga del Portogallo.  In Portogallo nel 2000 l'uso di droga venne considerato un problema di salute e non più un crimine, in un momento in cui il contagio di HIV e la percentuale di morti per overdose di eroina erano ai massimi storici.
Una "devianza" di pensiero portò il Portogallo a scegliere di abbandonare le sanzioni e la politica di tolleranza zero, e creare spazi di "buco sicuro"  e condizioni di supporto invece che di repressione. Da allora i contagi HIV si sono ridotti massicciamente, così come la percentuale di morti per overdose di eroina.


I ribelli sono sempre una minoranza, ma non necessariamente piccolissima: il punto è valorizzarla, invece che ghettizzarla o farla sentire sbagliata o inadeguata.
Già noi come esseri umani tendiamo all'armonia, all'accordo, alla pace nelle relazioni, alla "compliance", per proteggere la nostra sicurezza, per sentirci parte di un gruppo, per sentirci accettati e apprezzati. Dunque un qualunque sistema che stressi questi aspetti, non farà che rinforzarli, e tagliare fuori chi invece ha una soglia più alta di coraggio e di autonomia e libertà.

Un esempio scioccante di cosa può fare il desiderio di compliance viene da un esperimento condotto dal Professor Stanley Milgram a Yale, nel 1961.
Voleva dimostrare che non era affatto strano che dopo la seconda guerra mondiale i soldati delle SS affermassero con innocenza di avere solo obbedito a degli ordini: voleva dimostrare che chiunque di noi avrebbe fatto lo stesso.
Creò un esperimento in cui divise i partecipanti in 2 gruppi, i maestri e gli allievi: li mise a coppie, li presentò gli uni altri,  e poi li mise in 2 stanze separate e attigue. Ogni volta che il maestro faceva una domanda, e l'allievo dall'altra parte del muro non sapeva rispondere, al maestro veniva chiesto di  schiacciare un pulsante che dava una scarica elettrica all'allievo. Ad ogni errore la scarica elettrica diventava più forte in voltaggio, ma il maestro veniva rassicurato da chi conduceva l'esperimento che l'amperaggio era via via minore e che l'allievo non avrebbe subito alcun danno. 

Fatto sta che gli allievi dall'altra parte del muro, pur non ricevendo in realtà nessuna scossa elettrica, fingevano di riceverla, e all'aumentare della scossa urlavano o battevano sui muri, tutto ovviamente per finta, ma in modo molto credibile.
Diversi maestri nel corso dell'esperimento cercarono di fermarsi, espressero il desiderio di smettere, ma chi conduceva l'esperimento ripeteva loro "Devi continuare, è essenziale che tu continui, è troppo importante, non puoi fermarti ora, dobbiamo completare l'esperimento". E loro continuarono, tra le urla degli allievi.
Solo 14 persone su 40 scelsero di smettere e lasciare la stanza. 
Ma la cosa super positiva è che  14 su 40 non è un numero così basso.Ogni gruppo dovrebbe dar voce alle voci dissenzienti, permettendo loro ovviamente di argomentare, e ascoltando le loro argomentazioni.
Potremo sempre decidere di non dare seguito, ma lo scambio lascerà qualche idea nuova, qualche pezzo di innovazione, aprirà una breccia al dubbio, ci renderà più aperti a vedere, immaginare, pensare.





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