COME AFFRONTARE GLI INSUCCESSI

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Cambiare abitudini o imparare qualcosa di nuovo significa andare incontro a errori, cadute, fallimenti. E' normale.
Però alcuni di noi non vivono bene l'errore, non lo vedono come un'occasione per sperimentare, imparare e migliorare. 

Ben Dattner e Robert Hogan ci ricordano che le ricerche comportamentali ci permettono di individuare diversi modi di reagire al fallimento. Sono stati individuati tipi di personalità che hanno maggiori probabilità di presentare una reazione disfunzionale di fronte all’insuccesso.Questi Tipi, lungi dall’essere “verità assolute”, descrivono circa il 70% della popolazione americana
Gli 11 tipi si possono sintetizzare in 3 grandi famiglie, che erano già state individuate negli anni '30 dallo psicologo Saul Rosenzweig, in una serie di test sulla frustrazione e la rabbia, e sono le 11 categorie dei Derailers dell’ Hogan Assessment.Alcune persone sono extrapunitive: danno regolarmente la colpa ad altri o a fattori esterni al loro controllo.Altre sono impunitive: negano il fallimento o negano il loro ruolo in esso.Le ultime si chiamano intropunitive: danno più spesso la colpa a sé stesse degli insuccessi, e vedono sconfitte anche dove non c’è motivo.
Tipi di Extrapunitivi:Eccitabile - iperreattivo alle cose che non vanno come vorrei, iperreattivo di fronte agli erroriCauto - sempre timoroso delle possibili conseguenze negativeScettico - sfiduciato verso gli altri e le situazioniManipolatore - capace di cambiare la lettura delle situazioni per uscire sempre dall'equazione e farci entrare qualcun altroTipi di ImpunitiviFiero - io ho fatto bene, ho fatto quel che dovevo ed era giusto cosìFurbo - troverò un modo per girare intorno al problema, questa o la prossima voltaRiservato - non sono abbastanza bravo, non è colpa mia, non potevo immaginarlo, non potevo farci molto, gli altri sono più bravi, mi affido a loroAllegro - tutto si sistemerà, non è niente di grave, chi si preoccupa esageraCreativo - le cose cambiano, non c'è un solo modo, una nuova opportunità emergeràTipi di IntropunitiviPreciso - troppo perfezionista, mai soddisfatto, niente è mai abbastanzaDoveristico - impegno, sofferenza, fatica sono un molok che dà un senso alle cose che si fanno

La prima cosa da fare è riconoscere a quale gruppo apparteniamo: dare un nome alle cose è sempre il primo passo per gestirle.
Come è il mio modo tipico di rispondere all'insuccesso?
E quanto mi è utile il mio approccio abituale?
Sicuramente , se lo adottiamo da tempo, porta alcuni vantaggi.
Ma forse ci sono ambiti in cui ci sabota? Quali? Che effetti non utili produce, su di me e su chi mi sta intorno?

Ci sono molti self assessment che permettono di sviluppare più consapevolezza delle nostre modalità attuali: Myers Briggs, Big Five, Hogan.Ma un modo per capire qual è il nostro approccio prevalente è anche riflettere sugli eventi più sfidanti o faticosi della nostra carriera o vita privata: come li ho gestiti? cosa ho evitato? cosa avrei potuto fare meglio?

E' fondamentale anche capire come ci leggono gli altriChiedere a colleghi fidati, a mentori o coach di darci il loro punto di vista è molto utile. Anche chiedete di fare un Feedback 360° può rivelare differenze di percezione o anche enormi blind spots.
Conta di sicuro la nostra capacità di leggerci, ma non può prescindere dalla lettura che gli altri hanno di noi, che può essere molto influenzata dal contesto.
Un intropunitivo potrebbe essere efficace in una realtà piccola, ma dovrà attrezzarsi per cambiare convinzioni e approccio in un’organizzazione grande e molto competitiva, dove altri potrebbero “approfittarsi” di lui.Un extrapunitivo, che non risparmia mai una critica, dovrà abbassare i toni se vuole evitare che alcuni membri del suo team più senior si coalizzino contro di lui.

E’ quasi sempre possibile correggere gli errori, ed è anche possibile peggiorare le cose sovra-reagendo in una situazione già carica di tensioneSe c'è stato un fallimento, un insuccesso, un errore, NON reagite di getto.
Respirate. Chiedete. Ascoltate. Riflettete. Prendetevi sempre il tempo di riconsiderare gli eventi e le possibili interpretazioni. 
E soprattutto trovate la lezione da imparare.Gli errori capitano a tutti.  A volte non è colpa di nessuno. Cercate in ogni situazione un’occasione di apprendimento per il futuro.
Aiutare gli altriTanto quanto è importante osservarci e notare  l’impatto che abbiamo sugli altri, altrettanto importante è osservare i colleghi e aiutarli, dando feedback, facendo loro da specchio. Certo, non tutti accetteranno di buon grado un feedback correttivo, ma troppo spesso ci fermiamo di fronte al timore delle conseguenze, e alla convinzione che gli altri non possano cambiare.  Non è vero, le persone possono cambiare!Magari non cambierà la loro natura più profonda, ma cambierà la consapevolezza, e questa farà cambiare piano piano anche i comportamenti


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