PRIMA DEI TUOI OBIETTIVI, GUARDA LE TUE PAURE

www.pexels.com - andrea piacquadio
Fare qualcosa di nuovo o diverso e cambiare un’abitudine che resiste da anni può essere enormemente faticoso, per quanto potenzialmente utile e positivo per noi e per chi ci circonda. Molti si rendono conto che, prima del piano d’azione, per realizzare un cambiamento occorre guardare in faccia le paure che ci trattengono dall’iniziare, o che probabilmente ci rallenteranno nel processo, fino a farci a volte rinunciare.Ci sono momenti faticosi lungo un percorso di apprendimento, ci sono momenti di debolezza, di caduta emotiva: è bene saperlo, ed è bene prepararci ad affrontarli.
Uno strumento efficace secondo Tim Ferriss per difendersi è lo stoicismo.  A prima vista è un termine difficile, forse anche noioso. Non fa certo pensare a persone di successo del XXImo secolo, ma in realtà è una filosofia ancora molto viva e attiva, diffusissima per esempio tra le squadre National Footbal League negli ultimi anni, come mezzo per aumentare la resistenza mentale.  
Cosa c'è di attuale in questa antica filosofia? Lo stoicismo è un "sistema operativo" da usare in contesti iper-stressanti, per prendere buone decisioni.Attorno al 300 A.C. ad Atene, un tale di nome Zenone di Cizio teneva lezioni passeggiando sotto un portico dipinto, una stoà, da cui derivò poi la parola 'stoicismo'.
Di quella articolata filosofia a noi interessa soprattutto l'allenamento a separare ciò che è controllabile da ciò che non lo è, e gli esercizi che possiamo fare  per focalizzarci con regolarità solo sulla prima opzione.

Tim Ferriss racconta di un periodo molto faticoso nella sua vita, quando lavorava 14 ore al giorno, e prendeva stimolanti per tirare avanti e tranquillanti per dormire. Comprò un libro sulla semplicità, e vi  trovò la citazione di Seneca (che era uno stoico) che gli cambiò la vita: "Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione che per la realtà".  
Da lì nacque un esercizio scritto che Ferriss condivide con noi, che potremmo chiamare pre-visione dei mali, in parole povere visualizzare nei dettagli il peggior scenario possibile, quello che ci impedirebbe di agire, così da poterci mettere in azione e superare la paralisi. 
L'esercizio consta di 3 pagine. 
La prima pagina è "Cosa accadrebbe se io ... ?"Scrivete su questa pagina tutto quello che vi spaventa in rapporto al cambiamento che volete effettuare, all’azione nuova e diversa e rischiosa che avete in mente.Per Ferriss allora era "prendersi la prima vacanza in quattro anni", e andare un mese a Londra, a casa di un amico.Per voi potrebbe essere imparare a parlare una lingua straniera, presentare in pubblico, sperimentare un nuovo corso in palestra dove non conoscete nessuno, proporvi per un nuovo lavoro, iniziare un nuovo lavoro, viaggiare in terre lontane...tutte cose che un po’  attirano e un po’ spaventano.
In questa prima pagina disegnate 3 colonne.Nella prima colonna, che si intitola "Definisci", scrivete tutto il peggio che immaginate possa succedere andando in quella direzione. Fate dalle 10 alle 20 ipotesi. Nel caso di Ferriss: se andrò a Londra, pioverà, mi deprimerò, tutto sarà un enorme spreco di tempo, mi perderò una lettera dell'agenzia delle entrate, mi faranno un controllo o un'ispezione a sorpresa e mi faranno chiudere.Poi si va alla colonna "Previeni". In questa colonna si scrivono le risposte a: Cosa posso fare per evitare che accada ognuna delle catastrofi della colonna 1, o, al limite, diminuirne la probabilità o gli effetti. Quindi per affrontare il problema del deprimersi a Londra, ci si potrebbe portare una luce blu portatile e usarla per 15 minuti al mattino, perchè aiuta a prevenire gli episodi depressivi. Per l'Agenzia delle Entrate, la soluzione potrebbe essere cambiare recapito, così la lettera arriverebbe al commercialista. Dopo c'è la fase "Ripara". Se si verifica lo scenario peggiore, cosa potreste fare per riparare il danno anche solo un po', oppure a chi potreste chiedere aiuto?Quindi nel primo caso, depressione a Londra, Ferriss avrebbe potuto mettere insieme un po' di soldi, volare in Spagna, stare al sole per sentirsi meno depresso. Se avesse perso la lettera dell'Agenzia delle Entrate, avrebbe potuto chiamare un amico avvocato o chiedere consiglio a un legale locale. Una domanda da tenere a mente mentre lavorate alla prima pagina è: qualcun altro, nel corso della storia, meno intelligente o con meno esperienza di me, ha capito come fare?  E' probabile che la risposta sia "Sì".
La seconda pagina è: "Quali possono essere i benefici di un tentativo o di un successo anche parziale?"Quindi, se da un lato mettiamo in luce le paure, dall’altro guardiamo il lato positivo con prudenza.Dedicate 10 o 15 minuti a questo, lasciate spazio all’ottimismo, pensate agli effetti positivi più vicini e più lontani, su di voi e sugli altri
Terza pagina: potrebbe essere la più importante, non saltatela: "Il Costo dell'Inerzia".Gli esseri umani sono bravi a prevedere cosa potrebbe andare male se si prova qualcosa di nuovo, come chiedere un aumento, per esempio. Ciò che spesso non considerano è il costo atroce dello status quo – del non cambiare nulla.Quindi dovreste chiedervi: se evito questa azione o decisione, o azioni e decisioni come questa, come sarà la mia vita tra sei mesi, dodici mesi, tre anni?Andate proprio nel dettaglio -- emozionalmente, finanziariamente, fisicamente. 
Quando Ferriss fece questo esercizio su se stesso emerse un quadro apocalittico. Si stava curando da solo con farmaci per niente innocui, la sua attività poteva implodere in qualsiasi momento, le sue relazioni erano logore o stavano fallendo. E capì che per lui l'inerzia non era più un'opzione.Dopo avere fatto l’esercizio, si rese conto che in una scala da 1 a 10, dove uno è l'impatto minimo e 10 il massimo, iniziando il viaggio, rischiava un punteggio da 1 a 3 di dolore temporaneo e reversibile e da 8 a 10 di cambiamento positivo nella sua vita. Quindi partì. Non successe alcun disastro, piccoli problemi, certo, ma fu bravo a cavarsela. Andò a finire che chiuse la sua attività, girò il mondo per un anno e mezzo, e quel viaggio divenne la base del suo primo libro "The 4 hour workweek".
Ferriss ci racconta che è in grado di ricordare tutte le sue vittorie più grandi e tutti i più grandi disastri evitati tornando alla definizione delle paure almeno una volta ogni tre mesi. Non è una panacea. Alcune delle nostre paure hanno un fondamento, ma la raccomandazione che vorrei restasse con questo articolo è che non dovremmo trarre conclusioni troppo velocemente, senza prima averle esaminate al microscopio.
Le scelte difficili -- le cose che più temiamo di fare, chiedere, dire -- sono molto spesso esattamente le cose di cui abbiamo più bisogno. E le sfide più grandi e i problemi che affrontiamo non troveranno mai risposta in rassicuranti conversazioni, sia nella nostra testa sia con altre persone. 


GUARDA IL TED TALK DI TIM FERRISS

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