PRENDERE BUONE DECISIONI IN GRUPPO

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Confrontarsi in gruppo aiuta o ostacola il prendere delle buone decisioni?
Mi viene in mente quel modo di dire:  "grazie dei consigli, ma preferisco sbagliare da solo" :-)
È stato dimostrato che la gente è mediamente "saggia" se può pensare in modo indipendente e con sufficienti input, anche se la "saggezza" può essere facilmente influenzata o demolita da conversazioni, pressioni, pubblicità, social media.D'altro canto è vero che le persone in gruppo possono scambiare conoscenza e correggersi a vicenda, producendo soluzioni migliori, e nuove idee.
Dunque, decidere in gruppo è meglio o peggio che decidere da soli? 

Dan Ariely autore di Irrationally Yours & Mariano Sigman hanno indagato negli ultimi anni su questo, facendo degli esperimenti in giro per il mondo, per capire se e come i gruppi possano arrivare a decisioni migliori. L'ipotesi di fondo era che le folle sarebbero state più sagge se divise in piccoli gruppi, che facilitano uno scambio di informazioni più ponderato e ragionevole. Per testare questa idea, i due scienziati condussero un esperimento a Buenos Aires, in Argentina, con più di 10 000 partecipanti a un evento TEDxRivolsero al gruppo due domande:"Quanto è alta la Torre Eiffel?" e "Quante volte appare la parola 'Yesterday' nella canzone dei Beatles 'Yesterday'?" Ognuno dei partecipanti scrisse la propria risposta individualmente. Poi la folla venne divisa in gruppi di cinque, invitati a prendere una decisione di team.Si scoprì che la media delle risposte dei gruppi era più accurata della media delle risposte individuali prima della discussione. In altre parole, secondo questo esperimento, sembra che dopo aver parlato con altre persone in piccoli gruppi, le folle prendano decisioni migliori. 
E i piccoli gruppi come facevano a prendere la loro decisione? Un'ipotesi era che il gruppo facesse la media delle risposte dei singoli.
Un' altra opzione era che il gruppo desse un peso maggiore al voto di chi esprimeva maggiore sicurezza e si dichiarava esperto di una certa materia (ad esempio, se nel vostro gruppo ci fosse stato Paul Mc Cartney, avreste dato di sicuro più peso alla sua risposta alla domanda 2
Invece si scoprì che  - persino in diversi continenti - i gruppi utilizzano una procedura intelligente e statisticamente solida chiamata "media robusta." Nel caso dell'altezza della Torre Eiffel, diciamo che un gruppo ha tre risposte: 250 metri, 300 metri, 400 e poi una risposta assurda, ad esempio 300 milioni di metri. Una Media Normale alzerebbe il numero risultante in modo distorsivo. La Media Robusta invece porta ad ignorare la risposta "assurda", e a dare più valore ai voti più vicini tra loro. Nell' esperimento successe esattamente così: i gruppi diedero minor valore alle anomalie, e il consenso risultò essere una media robusta delle risposte individuali. La cosa più interessante da notare è che si trattò di un comportamento spontaneo, senza che venisse dato alcun suggerimento o consiglio.
Può questo procedimento in piccoli gruppi aiutarci anche a prendere decisioni su questioni sociali e politiche decisive per il nostro futuro?Ariely e Sigman sperimentarono a una conferenza TED a Vancouver, in Canada, ed andò così. Presentarono due Dilemmi morali ,  e per ognuno chiesero: è accettabile o no?
Dilemma n°1Un ricercatore sta lavorando ad un' Intelligenza Artificiale capace di imitare i pensieri umani. Secondo il protocollo, alla fine di ogni giorno, il ricercatore la deve riavviare. Un giorno l'IA dice, "Per favore, non riavviarmi." Sostiene di avere dei sentimenti, che vorrebbe godersi la vita, e che, se riavviata, non sarà più se stessa. Il ricercatore è sconvolto e crede che l'IA abbia sviluppato una coscienza di sè e che possa esprimere sentimenti. Nonostante ciò, il ricercatore decide di seguire il protocollo e riavviarla. Ciò che il ricercatore ha fatto è accettabile o no?
Fu chiesto ai partecipanti di giudicare da soli, su una scala da 0 a 10, quanto quell'azione fosse accettabile. E' fu anche chiesto alle persone di valutare da 0 a 10 quanto fossero convinte della loro risposta. 
Dilemma n° 2Un' azienda offre un servizio che utilizza un uovo fertilizzato per produrre milioni di embrioni con leggere variazioni genetiche.
Questo permette ai genitori di scegliere l'altezza, il colore degli occhi, l'intelligenza, la competenza sociale e altri aspetti non legati alla salute del bambino. 
Ciò che l'azienda fa è accettabile o no? 
Fu chiesto ai partecipanti di giudicare da soli, su una scala da 0 a 10, quanto quell'azione fosse accettabile. E' fu anche chiesto alle persone di valutare da 0 a 10 quanto fossero convinte della loro risposta. 
Ecco i risultati emersi dopo la semplice riflessione individuale: 
  • La disparità di convinzioni era molto estrema: per quanti erano convinti che un comportamento fosse totalmente sbagliato, ce n'erano altrettanti strenuamente convinti nel contrario. Questo a dimostrare che sulle questioni etiche lo spettro è molto ampio
  • Tra Dilemma 1 e Dilemma 2, la maggior parte delle persone pensava accettabile ignorare i sentimenti dell'IA e spegnerla, e considerava sbagliato giocare con i nostri geni scegliendo modifiche estetiche non connesse alla salute del bambino. 

Dopo di che, fu chiesto ai partecipanti di unirsi in gruppi di tre, e di discutere per due minuti cercando di arrivare ad una decisione di gruppo. Molti gruppi raggiunsero un consenso, anche se composti da persone con idee opposte. Cosa distingueva i gruppi che trovarono un accordo dagli altri? 
Overall, nel totale degli intervistati, si evidenziarono tre categorie di persone:
- persone che hanno opinioni estreme, molto sicure delle loro risposte- persone incerte, insicure che una cosa sia in assoluto giusta o sbagliata- persone sicure che la giusta decisione stia proprio nel mezzo 
Ariely e Sigman riconobbero queste ultime persone, quelle convinte della "via di mezzo", come le più utili a prendere buone decisioni
Questi tipi di persone capiscono che entrambi i ragionamenti estremi possono avere un valore e un senso.
Sono nella "zona grigia" non perché sono insicure, ma perché credono che il dilemma morale consista proprio in due punti di vista validi e opposti. 
Dallo studio risultò evidente che i gruppi che comprendevano almeno una persona di questo tipo riuscirono più facilmente a trovare un consenso. 
Non si sa ancora esattamente perché, per ora, sono solo i primi esperimenti, e ne serviranno molti altri.
Possiamo però intuire che avere una persona nel gruppo che è capace, genuinamente e onestamente, di non squalificare, ignorare, criticare il pensiero di un altro,  ma di far sentire le persone viste e ascoltate, favorisca il trovare una qualche forma di consenso.
E questi sono comportamenti che altri chi non è naturalmente portato può prendere ad esempio ed attuare.
 Come usare dunque questi primi risultati del lavoro di Ariely e Sigman? Le buone decisioni di gruppo richiedono due componenti: 1. riflessione individuale 2. diversità di opinioni a confronto in gruppi piccoli
Ovviamente, è molto più facile essere d'accordo sull'altezza della Torre Eiffel che su questioni morali, politiche e ideologiche, ma in un momento in cui i problemi del mondo sono più complessi e le persone più radicalizzate, usare la scienza per aiutarci a capire come interagiamo e prendiamo decisioni potrà aiutare a scoprire vie per una migliore democrazia.

GUARDA IL TED TALK DI SIGMAN E ARIELYhttps://www.ted.com/talks/mariano_sigman_and_dan_ariely_how_can_groups_make_good_decisions

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