PARLARE CON GLI ALTRI SENZA LITIGARE

www.pexels.com nappy
Tutti sappiamo quanto sia gratificante e arricchente una conversazione in cui ci si sente ascoltati e ispirati, in cui si stabilisce una connessione vera.Non c'è motivo perché le nostre conversazioni non possano essere tutte così: ovviamente non dipende solo da noi, ma noi possiamo fare la nostra parte, e questo influenzerà anche l'atteggiamento dell'interlocutore.
Celeste Hadlee, giornalista radiofonica su NPR and WBUR's Here and Now, ci lascia un bellissimo decalogo per avere conversazioni degne e produttive.  
Il suo lavoro è intervistare le figure più diverse: premi Nobel, camionisti, miliardari, insegnanti d'asilo, capi di stato, idraulici...
Parla con persone che le piacciono e con persone che non le piacciono. 
Parla con persone dalle quali dissente profondamente, ma riesce a intrattenere comunque con loro conversazioni di valore con loro. Come fa?
Il decalogo di Celeste secondo me è quello che ogni leader, e chiunque voglia influenzare, ispirare e guidare gli altri dovrebbe abbracciare, insegnando a chi gli sta intorno a fare altrettanto.  
Le Regole sono 10, ma Celeste ci tiene a dirci che se anche ne scegliessimo una sola, e allenassimo solo quella in tutte le nostre conversazioni, il miglioramento sarebbe già enorme.
#1 Mentre parlate non fate altroNon nel senso di posare il telefono, il tablet, le chiavi della macchina, o qualsiasi cosa abbiate in mano. Nel senso di essere presenti. Siate lì in quel momento! Se volete interrompere la conversazione, interrompetela, ma non state metà dentro e metà fuori. 
#2 Non pontificateCeleste non lascia spazio ai pontificatori nel suo show, perchè sono noiosi e prevedibili. Se non volete essere così, dovete iniziare ogni conversazione pensando che potreste imparare qualcosa, o che potete scoprire o capire qualcosa.
Chiunque incontriate sa qualcosa che voi non sapete, ognuno è esperto di qualcosa. Fosse anche qualcosa su cui dissentite, abbiate curiosità.
E poi dovete (mutuando un'espressione del famoso terapeuta M. Scott Peck) saper mettere da parte sè stessi per un attimo, e dare spazio a chi avete davanti.Sentendosi accettato, chi parla si avvicinerà sempre più, e sarà più portato a svelare i recessi della sua mente. 
#3 Fate Domande aperte. Prendete spunto dai bravi giornalisti. Iniziate le domande usando Chi, Cosa, Quando, Dove, Perché o Come.  Se vi chiedono: "Eravate terrorizzati?" risponderete alla parola più potente della frase, cioè "terrorizzati" e la risposta sarà "sì" o "no".
Lasciate invece che sia l'interlocutore a descrivere cosa provava. Provate a chiedere cose come: "Com'è stato?" "Come ti sei sentito?" 
Perché a quel punto l'altro si fermerà a riflettere, e potrete otterrete risposte molto più interessanti. 
#4 Seguite il flusso della conversazione. A volte potrebbero venirvi in mente delle idee, e dovrete lasciarle andare, o "parcheggiarle a lato strada".
Sentiamo spesso interviste in cui un ospite parla per vari minuti e, quando l'intervistatore si inserisce, chiede qualcosa che sembra spuntare dal nulla, o a cui è già stata data risposta in precedenza. Questo significa che probabilmente l'intervistatore aveva smesso di ascoltare diversi minuti prima, e aveva pensato alla cosa più intelligente da dire quando fosse tornato il suo turno. Oppure semplicemente si era distratto.  Capita a tutti. Se lo facciamo smettiamo di ascoltare, perdiamo dei pezzi e l'altro se ne accorge, e ci dirà di meno. Dunque, se vi attraversano la testa dei "trenini", lasciateli da parte, e riprendete ad ascoltare.
Al limite li recupererete dopo.

#5 Se non sapete, dite che non lo sapete. Peccate di cautela e ingenuità, piuttosto che addentrarvi in terreni di cui non avete idea fingendo di avercela.
#6 Non mettetevi al centro.
Se stanno parlando di come hanno perso un familiare, non cominciate a parlare di quanto avete perso vostro padre. 
Se stanno parlando dei problemi che stanno avendo al lavoro, non iniziate a parlare dei vostri problemi al lavoro. Non è la stessa cosa. Non lo è mai. Tutte le esperienze sono individuali. E, cosa ancora più importante: il centro non siete voi. Non avete bisogno di quel momento per mostrare quanto siete meravigliosi o quanto avete sofferto. Le conversazioni non devono essere un'opportunità promozionale.
#7 Non ripeteteviÈ paternalistico ed è molto noioso e tendiamo a farlo spesso, specialmente nelle conversazioni di lavoro o con i nostri figli. Se abbiamo qualcosa da mettere in chiaro, continuiamo a riformulare più volte il concetto. Evitiamo!
#8 Pochi dettagli. Al vostro interlocutore pochissimo interessa degli anni, dei nomi, delle date, di tutti quei dettagli che serbate nella vostra memoria nel raccontare le storie.Gli interessa la storia e gli interessa capire chi siete, come siete, cosa avete in comune, i vostri valori, il senso di quello che dite. 
#9 AscoltateBuddha disse  "Se la tua bocca è aperta, non stai imparando." Calvin Coolidge disse  "Nessuno è mai stato licenziato perché ascoltava troppo." Perché non ci ascoltiamo l'un l'altro?  Perché preferiamo parlare! Quando parlo, ho io il controllo. Non devo ascoltare niente che non mi interessi. Sono al centro dell'attenzione. Posso rinforzare la mia identità.
Stephen Covey l'ha espresso in una maniera stupenda: "La maggior parte di noi non ascolta con l'intento di capire, ma con l'intento di dire la propria"

Ma c'è un'altra ragione: ci distraiamo.
Una persona in media parla a circa 225 parole al minuto, ma possiamo ascoltare a un ritmo di circa 500 parole al minuto. 
Perciò, ascoltando, la nostra mente deve riempire quelle 275 parole mancanti. Servono energia e focus per ascoltare effettivamente qualcuno, ma se non riuscite a farlo, non state avendo una conversazione. Siete solo due persone che aprono la bocca a turno nello stesso posto. 
# 10 Siate brevi!Una buona conversazione è come una minigonna: abbastanza corta da destare interesse, ma abbastanza lunga per coprirne l'argomento.
In ultima analisi, tutto quello che Celeste ci suggerisce si riduce ad un unico concetto di base: essere interessati alle altre persone, e non a noi stessi!
Lei era cresciuta con un nonno molto famoso e c'era sempre molta gente famosa che andava e veniva in casa sua: Miss America, il sindaco di Sacramento, il vincitore del premio Pulitzer, l'etoile del balletto russo... Celeste è cresciuta con l'idea che tutti hanno qualcosa di nascosto e incredibile che li riguardava.
Noi non abbiamo avuto lo stesso imprinting, ma possiamo scegliere di adottare questo approccio.
E in realtà è probabilmente  questo che fa di un leader una persona capace di influenzare e ispirare: credere che chiunque ha davanti abbia qualcosa di interessante e speciale, ascoltare, tenere la mente aperta, essere sempre pronto a lasciarsi sorprendere

GUARDA IL TED TALK DI CELESTE HADLEE

www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #teamdiversi #diversity #conversazione #ascolto #attenzione #presenza #concentrazione #curiosità #domande #teamwork #conversazioniefficaci #conflictmanagement #rabbia #dialogo