Procrastinare è una condizione umana: circa il 95% delle persone ammette di rimandare delle attività, con maggiore o minore frequenza.Ma perché procrastiniamo decisioni e azioni, anche se si tratta di cose urgenti e importanti, per noi e/o per gli altri? Dal punto di vista neurologico, procrastinare non ha niente di "logico", perchè è il risultato dell’azione della parte emotiva del cervello, il sistema limbico, che vince su quello logico, la corteccia pre-frontale. E come superare questa tendenza che ci trattiene dall’adottare e mantenere abitudini utili ? che blocca le nostre decisioni e azioni? Chris Bailey si è confrontato con diversi scienziati e molta letteratura scientifica per costruire un libro molto interessante: The productivity project: accomplishing more by managing time, attention and energyUn altro grande aiuto ci viene da Tim Pychyl, che in Solving the procrastination puzzle riporta le caratteristiche delle attività che tendiamo più frequentemente a procrastinare, e ci propone delle strategie : ognuno può trovare la più adatta a sè, a seconda di qual è la propria sfida personale, la propria difficoltà . Ecco le attività che rimandiamo più spesso- noiosi- frustranti- difficili- ambigui- non strutturati- poco premianti- privi di vero significato personale
Ed ecco i preziosi suggerimenti di Tim Pychyl Cambia il modo in cui vedi il compito che rimandiConsidera le caratteristiche che ha distillato Pychyl, e prova a "ribaltarle" . C'è un modo per rendere l’attività che ti attende, più attraente, più motivante, più semplice, più strutturata..?Se è noioso scrivere il Quarterly Report, cosa potrebbe renderlo divertente ? magari trasformarlo in un gioco? una gara con te stesso? Se c’è un task ambiguo e poco chiaro, come potresti creare una struttura che funziona meglio e proporla? Lavora all’interno del tuo livello di resistenzaOgni compito che rimandiamo lo viviamo come un dovere. Ogni dovere ha un suo livello di fatica: tempo da dedicare, energia necessaria, etc E ognuno di noi ha la sua soglia di tolleranza della fatica. Allora, invece che pensare di svolgere quel compito ad un livello di impegno e fatica "ideale" , possiamo iniziare a svolgerlo per un tempo, un impegno e una fatica per noi sopportabile, accettabile, adattabile alle nostre caratteristiche e alle nostre giornate. Hai una soglia di attenzione o concentrazione o fatica o noia che non va oltre i 30 minuti? Ok, cosa puoi fare in quei 30' ? Ci sono momenti della giornata in cui sei troppo stanco ? Non svolgere quel compiti in quei momenti, scegline altri che funzionino meglio per te. Dopo che si è partiti, dopo è più facile continuare. I compiti che tendiamo a rimandare raramente sono terribili e faticosi come noi li immaginiamo. Iniziare obbliga il cervello a prendere coscienza del lavoro, e ci rendiamo conto normalmente che le cose non erano poi così faticose. E ogni mezzora che dedichiamo a quel compito deve essere una mezzora in cui sentiamo e riconosciamo di avere completato un pezzo, specifico, definito. A cui domani ne aggiungeremo un altro .
Fai la lista dei costi del procrastinareQuesta tattica funziona bene quando stai rimandando compiti importanti, cose che per te contano, che possono impattare il tuo successo, la tua salute, il tuo benessere sociale, la tua sicurezza economica, o quella di persone che ti sono care. Fai la lista di tutti gli impatti del tuo procrastinare, grandi e piccoli, su di te e sugli altri, e prova a dare un valore economico a questi impatti. E poi senti cosa provi , fisicamente ed emotivamente, di fronte a quegli scenari, stai qualche minuto nel disagio di quei momenti eventuali futuri. Come stai? Cosa capisci? Abbiamo un'amigdala che ci vuole proteggere dal male, e può aiutarci a metterci in moto. Di fronte al pericolo il nostro cervello necessariamente reagisce, e l'idea qui è di attivare un meccanismo di risposta attivo e positivo, non certo di fuga o paralisi.
DisconnettitiI nostri device tecnologici offrono una pluralità di distrazioni, dalle email ai social media ai messaggi. Se ti rendi conto che utilizzi il tuo cellulare per procrastinare, spegnilo! Punto! Ci sono persone che scelgono in certi momenti di spegnere il telefono o il wi fi, o che installano app che bloccano l'accesso ai siti che tipicamente provocano distrazione: una si chiama Freedom, un'altra Self Control, e non solo bloccano l’accesso a siti di distrazione, ma ti obbligano pure a far ripartire il pc se lo fai. Possono sembrare scelte drastiche, anche se per alcune persone sono molto utili, perchè la dipendenza è incontrollabile. A me è bastato anni fa decidere di togliere la suoneria al telefono, e disattivare tutte le notifiche.
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