IL MODELLO A.G.E.S. - IL CERVELLO IMPARA COSI'

Il modello A.G.E.S., sviluppato nel 2010 da Lila Davachi, Tobias Kiefer, David Rock e Lisa Rock, e raffinato da ricercatori della Columbia University, New York University e NeuroLeadership Institute, resiste alla prova del tempo e all’ evoluzione costante delle conoscenze neuroscientifiche.Il modello in sintesi dice che è più facile per tutti noi imparare qualcosa di nuovo se rispettiamo 4 cardini chiave:Attenzione: fattore critico, perchè senza focus e concentrazione non si impara niente.Generazione di “insight” rilevanti per la persona che sta imparandoEmozioni: fattore determinante, perchè impariamo sempre insieme ad un’emozione, preferibilmente piacevoleSpazio: spezzettare e distanziare i momenti formativi permette alle cose imparate di sedimentare.Vediamo ogni singolo elemento più in dettaglio
Attenzione.Due aspetti in cui credo da sempre, e sono felice che studi scientifici li confermino:1. I training troppo lunghi non sono efficaci, perché l’attenzione è merce molto delicata e labile2. catturare e mantenere l’attenzione di chi partecipa è fondamentale, perché solo così le cose si fissano più a lungo nella memoria.Creare molti momenti ingaggianti è chiave nella costruzione di un buon percorso di apprendimento, e di ogni singolo momento del percorso.
E i momenti di ingaggio devono essere "semplici": meglio fare tanti piccoli sondaggi con poche scelte, piuttosto che pochi e molto lunghi. 

Generazione di InsightChiunque di noi, per imparare qualcosa, ha bisogno di farla propria.Questo avviene in tre modi:1. Collegando quello che si sta imparando a qualcosa che è già presente nella memoria.Per esempio le banche o le assicurazioni costruiscono i training sulle nuove regulations sottolineando le differenze o le integrazioni rispetto alle norme precedenti.2. Costruendo un senso più grande di quello che si sta apprendendo.Per far sì che una nuova regola venga compresa, ricordata e applicata, è fondamentale esplorare, interrogare, spiegare, in più occasioni e da vari punti di vista, le conseguenze della sua applicazione, lo scopo ultimo di quella regola, gli impatti in caso venga disattesa etc.3. Aiutando il singolo a trovare il senso per sé di quell’apprendimento.Quando saprò fare questo, cosa cambierà per me? In che modo sarò diverso - migliore?
EmozioniIl neuroscienziato Dan Ariely, nel libro “Irrationally Yours” ci spiega che noi prendiamo decisioni con la parte emotiva del nostro cervello, non con quella razionale. Però le giustifichiamo con quella razionale :-)
Ma anche in caso di decisioni ponderate, in cui la parte razionale mette in fila per bene i pro e contro, quello che ci fa muovere o stare fermi non è "aver capito", ma è l' emozione che si accende dopo aver capito. Sono passione, speranza, fiducia, desiderio, forza, calma, oppure paura, rabbia, disgusto, frustrazione, che ci muovono o ci tengono fermi o ci fanno scappare. 
Dunque, quando qualcosa sollecita un’emozione, il cervello crea connessioni aggiuntive che rinforzano quella linea emotiva. Quando un momento di formazione stimola emozioni forti, i partecipanti dicono di  imparare di più: se un’emozione si accende, è meno probabile che quel concetto venga dimenticato.
SpazioSempre più attività formative sono disponibili on line e gestite in autonomia dall’utente.Questo ha sicuramente un vantaggio in termini di praticità, ma non andrebbe mai disgiunto da una forma di "cadenzamento forzato” nel tempo.La maggior parte di noi tende, se qualcuno non ci "porziona" l’ esperienza formativa, a fare tutto insieme alla fine, e questo è assolutamente inefficace. Coloro che studiano all’ultimo momento per gli esami sanno che tratterranno i contenuti studiati giusto il tempo dell’interrogazione: poi tutto si perderà nell'oblio.Invece la regolarità di pezzetti di informazione acquisiti in modo cadenzato permette all’apprendimento di fissarsi nella memoria.I training di 5 giorni consecutivi non funzionano, sia perché è violato il principio n°1, l’ Attenzione (la concentrazione cade mooolto prima della fine, e per alcuni si innescano emozioni di fastidio, frustrazione, insofferenza, senso di costrizione) , sia perché la quantità di informazioni ricevute è eccessiva, e non consente al cervello di trattenere granchè.  Il modo migliore per imparare è “porzionato” e cadenzato. 



www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #imparare #agesmodel @neuroleadership #brain #cervello #learning #spacedlearning  #neuroscience