DONNE E "PERSONAL BRANDING"

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Sappiamo tutti che una reputazione forte ci rende visibili per possibili opportunità di carriera. Una ricerca realizzata da Silvia Ann Hewlett del Center for Talent Innovation rivela che coltivare il proprio Brand Personale è una delle maniere migliori per trovare sponsor, e i professionals adeguatamente sponsorizzati hanno il 23% di probabilità in più di essere promossi.Il personal branding è anche un importante scudo contro la sfortuna professionale, che a volte ci può investire quando ci sono delle riorganizzazioni o dei tagli: essere una figura conosciuta e riconosciuta nel proprio campo ci mette in condizioni di essere "salvati" in un momento difficile della nostra azienda.
Dorie Clark ci racconta che il personal branding mostra alcune sfide ricorrenti per le professioniste donne.Molte ricerche ormai dimostrano che le donne sono soggette ad un fenomeno conosciuto come "likeability conundrum".I nostri pregiudizi di genere danno per scontato che le donne dovrebbero essere più gentili, accudenti, calorose. E quando le donne violano queste norme, per esempio mostrando il loro disaccordo di fronte all'opinione più diffusa, oppure prendendo decisioni dure,  o autopromuovendosi in maniera decisa, spesso vengono penalizzate in un modo che non capita agli uomini.  Possono essere classificate come troppo aggressive, regine di ghiaccio, addirittura p******.
Come può una donna aggirare questo pericolo e sviluppare un Personal Brand robusto?Ecco tre strategie che possono aiutare le signore ad assicurarsi che il loro talento venga visto.
1. Utilizzare il networking, sia dentro che fuori l'organizzazioneIl termine "bonding capital" è stato reso famoso dal sociologo Robert Putnam di Harvard, il quale invita le professioniste a puntare di meno su questo tipo di attività e a concentrare gli sforzi, invece, sul "bridging capital".

Spesso le donne hanno troppe connessioni all'interno delle organizzazioni con persone simili a loro, e troppo poche con persone diverse e lontane da loro.Quando solo un gruppo omogeneo conosce i tuoi talenti e le tue abilità,  sei più vulnerabile: meno persone possono parlare del contributo che dai,  o offrirti aiuto per ottenere risorse o candidarti per una promozione.  E se arriva una riorganizzazione, hai meno persone in grado di proteggerti.Coltivare consapevolmente un network ampio è fondamentale.

2. Controllare la propria "narrazione"Diamo spesso per scontato che siamo al lavoro per lavorare, e che più lavoriamo più le persone si accorgeranno di noi.Ma anche chi sta sopra di noi lavora tanto, è oberato di cose da fare e tremendamente sotto pressione,  dunque non ha né modo né tempo di accorgersi o occuparsi di noi. Siamo noi a dover dare valore a quel che facciamo, a preoccuparci dell'immagine e il ricordo che lasciamo.
Nella pressione e nella fretta le persone si fanno un'idea degli altri anche sulla base di pochi fatti, a volte non determinanti. Ma una volta che il giudizio è fatto,  si fa fatica a cambiarlo. Le donne (e non solo le donne, in realtà) devono accettare il fatto che devono governare la loro narrazione, farsi conoscere e far arrivare la storia che vogliono arrivi.
L'invito di Dorie Clark a tutte le donne è di mettere su carta un "elevator pitch" conciso ed efficace.Create su un foglio due colonne: da una parte scrivete tutte le vostre esperienze passate e le posizioni che avete ricoperto, dall'altra scrivete il lavoro che svolgete adesso.Poi trovate gli elementi di connessione tra tutte queste esperienze.Se per esempio in passato sei stata un HR director e adesso sei un Regional Sales Leader, qualcuno potrebbe non capire come queste due esperienze si collegano, e dare per scontato che il tuo percorso di carriera sia in qualche maniera casuale. Invece tu sai che cosa ti ha insegnato l'esperienza nelle risorse umane e come lo stai usando nel tuo ruolo attuale, tu sai che senso ha questo passaggio di carriera nella tua visione del tuo percorso professionale.  E tu lo devi raccontare.
Tenere aggiornato questo quadro delle proprie qualità, dei propri talenti, delle cose apprese, è fondamentale per dare sostanza e valore anche alle performance review periodiche, che altrimenti rischiano di diventare soltanto una lista di numeri e di accomplishment realizzati o no.
Se sei capace di raccontare queste cose di te agli altri, in un modo colloquiale, informale e quotidiano, prendendo spunti dalle esperienze lavorative di tutti i giorni, le tue capacità uniche saranno riconosciute in modo diffuso all'interno dell'organizzazione.  Avere un "elevator pitch" fresco ed efficace è importante non soltanto quando si cerca un nuovo lavoro, ma per costruire la propria immagine, la propria percezione agli occhi degli altri, giorno dopo giorno.

3. Condividere pubblicamente le proprie ideeMolte donne si sentono a disagio nel parlare dei propri successi e nel promuovere direttamente le proprie capacità. Ma ci sono molti modi per mostrare le proprie aree di competenza e costruirsi un'immagine di valore senza essere eccessive.Esprimere le proprie idee in diversi ambiti, che si tratti di riunioni con più colleghi o del social media interno, è una modalità utile e legata al business, non è solo "fare PR".Organizzare un momento per raccontare ai colleghi un progetto che si è appena terminato, offrirsi di scrivere la newsletter della società, rispondere a domande sulla Intranet aziendale: molte professioniste trascurano queste opportunità e le considerano delle distrazioni dal vero lavoro, cose a cui nessuno presta attenzione.In realtà si tratta di modalità per creare relazioni, aumentare l'attenzione e anche essere utile agli altri.
Il Personal Branding è importante ed è anche delicato. Esattamente come nella vendita, nessuno vuole sembrare un piazzista bisognoso di attenzione.  D'altro canto, se sappiamo che esiste un bias che si chiama "likeability conundrum", è importante lavorare per costruire la nostra reputazione e ampliare le nostre possibilità per il futuro.

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