E' probabile che, ad un certo punto della carriera, tutti abbiamo avuto un capo che non riuscivamo ad impressionare, con cui non c’era feeling, che non si fidava, che non era mai contento, o che sembrava proprio non vederci. Anzi. Vedeva solo quello che facevamo male. In questi casi, se non si agisce per tempo, è spesso quasi impossibile recuperare. Una volta che sei considerato un problema, sarà difficile per il tuo capo vedere il buon lavoro che fai. I tuoi difetti e i suoi pregiudizi satureranno la sua attenzione. E questo potrebbe avere conseguenze molto spiacevoli. Jay A. Conger and Allan H. Church hanno dedicato un libro a questo tema e ci offrono alcune interessanti strategie su cui riflettere, per metterci in azione presto. La prima cosa da fare è notare per tempo i segnali di allarme Se un capo perde fiducia in te, te ne accorgi perchè :- diventa molto prescrittivo nei tuoi confronti- inizia a fare controlli e verifiche sempre più frequenti sul tuo lavoro - corregge quello che dici o come lo dici, anche durante le presentazioni in pubblico- non ti invita più a certe riunioni a cui partecipavi - ... Agisci in fretta. Chiedi - Ascolta - AdattaPresta attenzione ai primi segnali: sei ancora in quella che i due autori chiamano “zona del perdono”, il che significa che puoi riguadagnare la fiducia in bilico attraverso azioni correttive rapide. Chiedi se c'è stato qualcosa che hai fatto di recente che ha valutato non opportuno. Chiedi di dirti come avresti potuto fare meglio, di chiarire le sue aspettative riguardo alle priorità e al modo in cui desidera che le cose vengano fatto, e perchè. Ascolta attentamente. Adatta il tuo modo di lavorare per soddisfare le aspettative, e assicurati di dimostrare, in modi altamente visibili, che stai seguendo le indicazioni con cura. Sta a te decidere fino a che punto vuoi o puoi "adattarti", ma sarà importante parlarne, per costruire fiducia. Comprendi le priorità del tuo capoDi solito tutto inizia con un evento specifico in cui tocchi uno dei “grilletti” del tuo capo—le sue priorità, i suoi valori, le cose davvero importanti per lui/lei: per qualcuno può essere il tempo dedicato a certe attività, per altri la puntualità, l'essere tenuti informati, la velocità, la sintesi, la capacità di prevedere i rischi..etc Quando si inizia a lavorare con un nuovo capo, una delle priorità è capire i suoi grilletti, e per scoprirli si possono / devono fare domande dirette: quali sono le cose secondo te più importanti che ti aspetti da me nel mio modo di lavorare? quali criteri devo sempre tenere in considerazione nelle mie decisioni? come preferisci che lavoriamo insieme? cosa devo evitare di fare che ti dà enormemente fastidio?quante volte ci incontriamo? preferisci incontri formali o informali? come preferisci comunicare? come misurerai le mie prestazioni? Sono domande che non facciamo quasi mai e invece sono importantissime, non solo perchè ci permettono di avere informazioni essenziali, ma anche perchè mostrano interesse, visione, maturità, cose che ogni capo valuta in modo estremamente positivo. Guarda i segnali, verbali e nonNon tutti i capi sono capaci di comunicare verbalmente in maniera strutturata ciò che è importante per loro”. Quindi, oltre a chiedere direttamente, devi guardare come agiscono, in riunione o nella quotidianità. E poi fare domande su quello che osservi, per capire meglio.Osserva cosa li infastidisce.Osserva quello che lodano. Vedi con quali persone vanno più d’accordo e chiediti perché. Guarda lo stile con cui organizzano le riunioni e il livello di trasparenza e challenge che stabiliscono coi partecipanti al meeting. Guarda il loro ufficio: cosa ti dice della loro vita? delle loro preferenze ? Se puoi, cerca ex collaboratori per avere anche il loro punto di vista. E se il capo ha un assistente personale, chiedigli cosa lo infastidisce davvero: lo saprà meglio di chiunque altro. Chiedi un feedback Dovresti aspettare a chiedere un feedbackgenerale sul tuo comportamento finché non avrete lavorato insieme per un po'. Ma puoi e devi farlo immediatamente alla fine di una riunione in cui hai avuto un ruolo importante. Chiedi in modo molto diretto: "cosa ho fatto bene ? e cosa posso migliorare la prossima volta?" I capi più orientati allo sviluppo di solito danno indicazioni concrete e immediate su quello che vogliono vedere dai collaboratori. I capi meno esperti, o meno coraggiosi, o meno interessati potrebbero non farlo. Se non sei tu a chiedere, difficilmente un capo poco comunicativo ti dirà che hai fatto qualcosa di non buono la prima volta che lo fai. Potrebbe supporre che non sia stato intenzionale da parte tua, e immaginare che tu abbia capito. La seconda volta che accade comincerà a dubitare di te, ma ancora non ti dirà nulla (forse). Ora della terza, si farà vivo, ma a quel punto avrai forse già un’etichetta addosso e inizierai ad essere visto come un problema. Quindi, soprattutto nelle prime settimane con un nuovo capo, tieni occhi e orecchie e cuore ben aperti. La prima volta che toccherai uno dei suoi “hot buttons”, ti manderà un segnale non verbale: un sopracciglio alzato o una smorfia o una frase tipo “personalmente non lo farei in quel modo." Non ignorare quella dichiarazione —cerca una conversazione su quell’aspetto. Una qualità che distingue gli individui con carriere di successo è la convinzione che non c'è un capo che non si possa conquistare – si deve solo capire come fare. Del resto, tutti i capi cercano successo, e un collaboratore può essere il loro miglior alleato.
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