SUPERARE LA NATURALE TENDENZA DEL CERVELLO A "SOFFRIRE"

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Ci sono 2 fondamentali tipi di tendenze alla base della nostra infelicità, a volte cronica.
1) Passiamo troppo tempo saltando da un argomento all’altro, senza focalizzarci davvero su ciò che stiamo facendo. Mentre stiamo svolgendo una qualunque attività, la mente viaggia da un pensiero all’altro, le cose da fare, le difficoltà e i problemi da risolvere. Per non parlare delle distrazioni digitali.Alla Mayo Clinic fu condotto un esperimento di brain scanning, che rivelò che il nostro cervello, rete di 86-90 miliardi di neuroni, oscilla tra due modalità base:- la modalità “focalizzata”, quella in cui stiamo processando qualcosa di molto interessante, coinvolgente, divertente o nuovo (purtroppo stiamo molto poco in questa modalità)- la modalità “divagante”, che è in realtà il nostro stato di default (50%-80% del tempo). Le persone hanno una media di 150 “file mentali aperti” ogni giorno, in qualunque momento: cose da fare, preoccupazioni, distrazioni, etc.Le ricerche dimostrano che più tempo passiamo nella modalità “divagante”, più alto è il rischio di ansia, depressione, deficit di attenzione, addirittura demenza.Il problema è che, per via del modo in cui il nostro cervello lavora, le connessioni neurali si rafforzano più vengono allenate. Dunque più tempo passiamo nel “default mode”, più esso diventa forte. 
2) Il cervello ha una naturale tendenza a notare le negatività, legata allo spirito di sopravvivenza e al potente ruolo dell’amigdala, che ha la funzione di individuare e memorizzare quello che manca, i problemi, i difetti, le minacce, i pericoli. Alcuni di noi, ad esempio, specie se ipocondriaci, passano molto tempo vivendo paure immaginarie.Questo tipo di approccio viene chiamato “negativity bias”, e si scatena in mille forme, per esempio quando smettiamo di vedere le cose belle che ci capitano o i pregi delle persone che ci circondano, e iniziamo a concentrarci solo su quello che non va. Diamo per scontato il buono e ci concentriamo sulle imperfezioni.
Il Dr Amit Sood, Professore di Medicina alla famosissima Mayo Clinic, 20 anni fa arrivò negli Stati Uniti dall'India, ed ebbe chiaro che anche nelle condizioni migliori l'uomo riesce a soffrire. Dopo molti anni di studio e di lavoro con i pazienti, individuo 3 pratiche, 3 esercizi,  per contrastare la naturale tendenza del cervello a divagare e soffrire.
Potete scegliere il vostro preferito, o farli alternati.
Non tutti amano o possono fare meditazione per ore o dedicarsi a lunghe sedute di yoga, e io sono tra quelli.Mi ha cambiato la vita scoprire che basta allenare tutti i giorni, con regolarità, queste pratiche per far sì che, pian piano, si installino stabilmente nel nostro cervello, si consolidino nei nostri circuiti neurali, e diventino abitudine, come lavarci i denti la mattina. Queste nuove abitudini costruiranno la nostra felicità. 
1° esercizio – GRATITUDINE Pensa alle persone che sei grato siano nella tua vita, o alle cose che sei riuscito a fare, o alle cose belle che sono accadute.Questa pratica ti aiuterà a concentrarti su quello che ha più valore per te: puoi farlo ogni mattina appena sveglio, ancora nel letto. Oppure ogni sera prima di dormire.
2° esercizio – IL VALORE DELLE PERSONE CHE VEDIAMO OGNI GIORNOQuando rientri a casa, prenditi l’impegno, almeno per i primi 3 minuti, di non criticare o cambiare niente e nessuno.Devi solo chiedere con curiosità e interesse, e dare apprezzamento.Questa pratica ti allenerà a valorizzare ciò che, forse, col tempo, è diventato scontato e non noti nemmeno più, e ti permetterà di rafforzare i legami con le persone della tua vita. 
3° esercizio – VOGLIO IL TUO BENEOgni volta che incontri una persona, rivolgile mentalmente questo augurio: “Ti auguro cose buone”. Questa pratica ti allenerà a guardare gli altri in modo più utile e positivo, a dare sempre il beneficio del dubbio.

Puoi vedere il TED Talk del Dr Sood qui

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