COME PERSEVERARE QUANDO SIAMO SUL PUNTO DI MOLLARE
www.unsplash.com ariel pilotto
Quando adotti una nuova abitudine, c'è in genere un periodo di crescita iniziale, e poi le cose diventano più faticose: non ottieni più gli stessi miglioramenti altrettanto velocemente, e ti capita di sentirti bloccato e incapace di superare gli ostacoli, come dentro un buco.
Seth Godin ne parla nel suo libro “The dip: the extraordinary benefits of knowing when to quit and when to stick”.Spesso, più resisti all'interno del "buco", più sei vicino al successo. Eppure molte persone che si trovano dentro al "buco" rinunciano ancora prima di sapere come fare ad uscirne.
In alcuni casi prendono una decisione corretta e si risparmiano tempo e fatica, che possono dedicare ad altro. In altri casi buttano tutto il progresso che hanno accumulato.
Come decidere se mollare o insistere?Ci sono diverse domande che ti puoi fare, e Martin Meadows nel suo libro Grit ci aiuta a metterle a fuoco.
La prima domanda è: il tuo desiderio di continuare, quanto è legato al fatto che hai già investito così tanto?Se avere già investito molto tempo e molta energia è la tua principale o unica ragione, allora è molto probabile che sia meglio smettere.
Poi c'è una domanda più significativa, e fondante: per quale ragione stai facendo questo? Quanto è importante e significativo per te il risultato che produrrai? Quanto entusiasmo e gioia provi per il punto di arrivo?C'è una differenza tra lo scoraggiamento di breve, che succede a tutti, e la mancanza di verve legata alla perdita di visione e di senso.Se la tua Vision non alimenta più il fuoco in te, la decisione di smettere credo sia la migliore.
Se hai deciso di continuare, cosa può aiutarti a farlo?
Scott e la sua squadra morirono sulla via del ritorno, lasciati senza forze da un viaggio troppo faticoso.
Senza dubbio entrambi gli uomini erano stati molto perseveranti, in una sfida per niente semplice, eppure Amundsen riuscì nell'impresa grazie ad una perseveranza strategica e alla forza del giusto riposo, non perché aveva spinto se stesso e il suo team oltre il limite.
Nello scrivere un libro, per esempio, molti scrittori si danno una routine molto semplice: scrivere 3000 parole al giorno. Fosse l'unica cosa che fanno nella giornata, la considerano una giornata produttiva se hanno scritto almeno 3000 parole. Non passano ore a chiedersi se hanno voglia di scrivere o no. Si mettono alla scrivania e scrivono 3000 parole, come parte di una routine giornaliera. E così diventa automatico, come lavarsi i denti. Non fanno mai eccezioni, non scrivono mai meno di 3000 parole, a meno che non siano arrivati alla fine del libro. Non scrivono mai più di 3000 parole, perché sanno che, se facessero così, cadrebbero velocemente in burn-out.
Inoltre questo permetterà alla routine di non diventare noiosa, altra possibile causa di abbandono.
E' importante introdurre regolarmente delle variazioni.
Un altro bias autosabotante è l'eccesso di fiducia nella nostra capacità di autocontrollo: meglio dare per scontato che essa è debole, e non mettersi nelle condizioni di cadere in tentazione (ad esempio, non comprare alimenti ingrassanti, spegni le notifiche del telefono, spegni il wi fi)
Il dubbio si insinua in mezzo alla fatica?
E' necessario tenere alta l'autostima, essendo sempre consapevoli dei propri pensieri, delle proprie forze e risorse.E' possibile mettere a fuoco le convinzioni limitanti e rimpicciolirle, depotenziarle, convertirle in nuove, potenzianti.Le convinzioni limitanti strisciano nel nostro cervello, lavorano dietro le quinte e ci portano a fare spesso scelte sbagliate.
Bisogna accorgersi di loro, vederle arrivare e sostituirle con qualcosa di più utile.
www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #cambiareabitudini #perseverare #convinzionilimitanti #routine #intelligenzaemotiva #consapevolezza #determinazione #vision #cambiamento
Seth Godin ne parla nel suo libro “The dip: the extraordinary benefits of knowing when to quit and when to stick”.Spesso, più resisti all'interno del "buco", più sei vicino al successo. Eppure molte persone che si trovano dentro al "buco" rinunciano ancora prima di sapere come fare ad uscirne.
In alcuni casi prendono una decisione corretta e si risparmiano tempo e fatica, che possono dedicare ad altro. In altri casi buttano tutto il progresso che hanno accumulato.
Come decidere se mollare o insistere?Ci sono diverse domande che ti puoi fare, e Martin Meadows nel suo libro Grit ci aiuta a metterle a fuoco.
La prima domanda è: il tuo desiderio di continuare, quanto è legato al fatto che hai già investito così tanto?Se avere già investito molto tempo e molta energia è la tua principale o unica ragione, allora è molto probabile che sia meglio smettere.
Poi c'è una domanda più significativa, e fondante: per quale ragione stai facendo questo? Quanto è importante e significativo per te il risultato che produrrai? Quanto entusiasmo e gioia provi per il punto di arrivo?C'è una differenza tra lo scoraggiamento di breve, che succede a tutti, e la mancanza di verve legata alla perdita di visione e di senso.Se la tua Vision non alimenta più il fuoco in te, la decisione di smettere credo sia la migliore.
Se hai deciso di continuare, cosa può aiutarti a farlo?
- La routine, o regolarità sostenibile è la chiave della perseveranza
Scott e la sua squadra morirono sulla via del ritorno, lasciati senza forze da un viaggio troppo faticoso.
Senza dubbio entrambi gli uomini erano stati molto perseveranti, in una sfida per niente semplice, eppure Amundsen riuscì nell'impresa grazie ad una perseveranza strategica e alla forza del giusto riposo, non perché aveva spinto se stesso e il suo team oltre il limite.
Nello scrivere un libro, per esempio, molti scrittori si danno una routine molto semplice: scrivere 3000 parole al giorno. Fosse l'unica cosa che fanno nella giornata, la considerano una giornata produttiva se hanno scritto almeno 3000 parole. Non passano ore a chiedersi se hanno voglia di scrivere o no. Si mettono alla scrivania e scrivono 3000 parole, come parte di una routine giornaliera. E così diventa automatico, come lavarsi i denti. Non fanno mai eccezioni, non scrivono mai meno di 3000 parole, a meno che non siano arrivati alla fine del libro. Non scrivono mai più di 3000 parole, perché sanno che, se facessero così, cadrebbero velocemente in burn-out.
- La routine deve inserirsi naturalmente nelle tue abitudini attuali: più il comportamento è automatico, meno troverà resistenza.
- La routine deve prevedere un upgrade o una variazione periodici
Inoltre questo permetterà alla routine di non diventare noiosa, altra possibile causa di abbandono.
E' importante introdurre regolarmente delle variazioni.
- Dobbiamo riconoscere i nostri meccanismi autosabotanti, e gestirli
Un altro bias autosabotante è l'eccesso di fiducia nella nostra capacità di autocontrollo: meglio dare per scontato che essa è debole, e non mettersi nelle condizioni di cadere in tentazione (ad esempio, non comprare alimenti ingrassanti, spegni le notifiche del telefono, spegni il wi fi)
Il dubbio si insinua in mezzo alla fatica?
E' necessario tenere alta l'autostima, essendo sempre consapevoli dei propri pensieri, delle proprie forze e risorse.E' possibile mettere a fuoco le convinzioni limitanti e rimpicciolirle, depotenziarle, convertirle in nuove, potenzianti.Le convinzioni limitanti strisciano nel nostro cervello, lavorano dietro le quinte e ci portano a fare spesso scelte sbagliate.
Bisogna accorgersi di loro, vederle arrivare e sostituirle con qualcosa di più utile.
www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #cambiareabitudini #perseverare #convinzionilimitanti #routine #intelligenzaemotiva #consapevolezza #determinazione #vision #cambiamento