COME CHIEDERE SCUSA BENE, E PERCHE' FARLO
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Andare d'accordo con gli altri prevede anche un'azione che può spesso risultare scomoda: chiedere scusa. In un interessante podcast in 2 parti, Brene Brown esplora insieme alla psicologa Harriet Lerner il chiedere scusa: perché non lo facciamo, come farlo bene, come ricevere le scuse altrui.
Due sono le premesse:
- accorgersi di avere causato dolore o danno
- essere disposti a esporsi con l'intenzione non di lavarsi la coscienza, ma di costruire un rapporto più forte
Le premesse non sono né semplici né scontate, e, se ci sono, già ci mettono nelle condizioni emotive e mentali per trovare le parole giuste.
Però ci sono aspetti specifici del modo in cui ci esprimiamo che possono distruggere le migliori intenzioni, creare fraintendimenti o addirittura scatenare conflitti.
Ecco dunque a cosa prestare attenzione nel chiedere scusa.
COME CHIEDERE SCUSA
1. Mai, Mai, Mai dire “Scusa, ma”Se decido di chiederti scusa, non posso al tempo stesso trovarmi una giustificazione, un motivo per sminuire il danno che ho fatto. Se vengo a chiederti scusa, mi concentro sul fare ammenda per ciò che di dannoso (anche se involontario) ho fatto. Punto. Fine.
2. Si chiede scusa per il proprio comportamento, non per l’effetto che ha prodottoSe dico “mi spiace che tu ci sia rimasto male” questa non è una scusa.Posso chiedere perdono per un comportamento che ho tenuto io, non per la reazione che l'altro ha avuto.Se lo faccio, sposto l’attenzione sull'altro, e la allontano da me. Ti lascio intendere che il mio comportamento non era poi così orribile, ma la tua reazione “esagerata” mi ha fatto capire che avevo fatto qualcosa di male.
Ti posso anche far sentire "sbagliato", troppo emotivo o sensibile, quando invece avevi tutte le ragioni per sentirti maltrattato o non rispettato.
3. Sempre offrire una “riparazione”Se chiedo scusa, e poi continuo a fare come prima, le mie scuse non valgono niente.Se mi scuso per un comportamento, devo promettere e far si che quella cosa non succederà più. Possiamo anche decidere insieme cosa mi aiuterà a evitare di farlo ancora, per esempio posso chiedere a te di darmi un segnale appena accennerò a prendere una brutta china.Se chiedo scusa e non offro un’azione che in qualche modo compensi il danno che ho fatto (soprattutto se il danno è materiale) le mie scuse non valgono nulla. Anzi. Puzzano! Suonano manipolatorie.
4. Non esagerare con le dosiLe scuse sono apprezzate e utili se sincere e autentiche. Se sono pompose e sperticate, appaiono molto meno autentiche. Hanno l’effetto sgradevole di spostare, nuovamente, l’attenzione non sulla persona che ha subito il torto, ma su chi lo ha commesso.Se io esagero nel mostrarmi dispiaciuta, piango, mi dò dell’idiota, sto facendo la vittima. Sto manipolando l’altro. Sono quelle situazioni ridicole in cui chi chiede scusa alla fine viene consolato. Può funzionare una volta, può essere comprensibile in casi rari. Molto rari.
5. Non dire mai "la colpa è anche tua"E’ possibile che ciò sia vero, ma questo sarà l’oggetto di un’altra conversazione tra voi, non di quella in cui tu gli vai a chiedere scusa .Se lo fai, ancora una volta, porti l’attenzione su di te, ti trovi una giustificazione, sminuisci il tuo comportamento inappropriato e i suoi effetti ( vedi punto n° 1)Se lo fai, biasimi l’altro, lo fai sentire in colpa, dunque non gli arriveranno delle scuse, ma la tua disistima nei suoi confronti.Potrebbe essere necessario affrontare aspetti che riguardano l’altra persona, ma se l’altra persona non li solleva nella conversazione, teniamoli per un secondo momento, in cui potremo, a buon diritto, con garbo e fermezza, dare un feedback sugli effetti che il comportamento altrui ha su di noi.
Ci sono poi le occasioni in cui siamo noi i destinatari delle scuse.
Anche in quei casi, potremmo essere noi, pur essendo dalla parte del "giusto", a fare o dire cose che distruggono la buona intenzione dell'altro e accendono il conflitto, oppure che creano le condizioni per cui quella situazione si ripeta ancora in futuro.
COME RICEVERE LE SCUSE ALTRUI
1. Mai, Mai, Mai dire “Figurati, fa niente”Ogni volta che lo facciamo sminuiamo l’impatto che un comportamento ha avuto su di noi.Ogni volta che lo facciamo diamo una rapida via d’uscita all’altro, e una giustificazione per farlo ancora.Alle scuse si risponde sempre dicendo “ti ringrazio delle tue scuse, le apprezzo”. Punto
2. Accetta le scuse, non biasimare l’altroNon va bene diventare l’aguzzino, approfittare della temporanea posizione di forza per farlo sentire ancora peggio, umiliarlo persino.Si può vincere, ma non serve stravincere.C’è comunque sempre da considerare che siamo tutti presi da mille pensieri e obiettivi, siamo veloci e disattenti, e quello che è capitato all’altro può facilmente capitare a noi domani.Nessuno può essere giudice di nessuno .
3.Non chiedere niente in cambioSe le scuse sono sincere e autentiche, arriveranno insieme ad una compensazione di qualche tipoSe ciò non accade, si può con garbo e fermezza dire cosa è davvero importante per noi. e fare una richiesta esplicita.Si può ribadire la centralità di quel certo valore (che il comportamento altrui ha violato) e dire che si desidera venga rispettato in futuro.Ma non ha molto senso stabilire un "do ut des" specifico. Di sicuro il futuro dirà come andranno le cose, e se il comportamento dannoso riapparirà, sarà per te l’occasione per cercare a tua volta una conversazione scomoda con l’altra persona, e darle un feedback, arrivando a decidere in modo più preciso come impostare il vostro rapporto da lì in poi.
Se vuoi ascoltare tutto il ricchissimo scambio tra Brene Brown e Harriet Lerner, ecco i due episodi completi del podcast Unlocking Us: durano 45' l'uno. Sarà un vero piacere, credimi!I’m sorry – How to apologize – Part 1I’m sorry – How to apologize – Part 2
www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #apologize #chiederescusa #scuse #intelligenzarelazionale #emotionalintelligence #sorry
Due sono le premesse:
- accorgersi di avere causato dolore o danno
- essere disposti a esporsi con l'intenzione non di lavarsi la coscienza, ma di costruire un rapporto più forte
Le premesse non sono né semplici né scontate, e, se ci sono, già ci mettono nelle condizioni emotive e mentali per trovare le parole giuste.
Però ci sono aspetti specifici del modo in cui ci esprimiamo che possono distruggere le migliori intenzioni, creare fraintendimenti o addirittura scatenare conflitti.
Ecco dunque a cosa prestare attenzione nel chiedere scusa.
COME CHIEDERE SCUSA
1. Mai, Mai, Mai dire “Scusa, ma”Se decido di chiederti scusa, non posso al tempo stesso trovarmi una giustificazione, un motivo per sminuire il danno che ho fatto. Se vengo a chiederti scusa, mi concentro sul fare ammenda per ciò che di dannoso (anche se involontario) ho fatto. Punto. Fine.
2. Si chiede scusa per il proprio comportamento, non per l’effetto che ha prodottoSe dico “mi spiace che tu ci sia rimasto male” questa non è una scusa.Posso chiedere perdono per un comportamento che ho tenuto io, non per la reazione che l'altro ha avuto.Se lo faccio, sposto l’attenzione sull'altro, e la allontano da me. Ti lascio intendere che il mio comportamento non era poi così orribile, ma la tua reazione “esagerata” mi ha fatto capire che avevo fatto qualcosa di male.
Ti posso anche far sentire "sbagliato", troppo emotivo o sensibile, quando invece avevi tutte le ragioni per sentirti maltrattato o non rispettato.
3. Sempre offrire una “riparazione”Se chiedo scusa, e poi continuo a fare come prima, le mie scuse non valgono niente.Se mi scuso per un comportamento, devo promettere e far si che quella cosa non succederà più. Possiamo anche decidere insieme cosa mi aiuterà a evitare di farlo ancora, per esempio posso chiedere a te di darmi un segnale appena accennerò a prendere una brutta china.Se chiedo scusa e non offro un’azione che in qualche modo compensi il danno che ho fatto (soprattutto se il danno è materiale) le mie scuse non valgono nulla. Anzi. Puzzano! Suonano manipolatorie.
4. Non esagerare con le dosiLe scuse sono apprezzate e utili se sincere e autentiche. Se sono pompose e sperticate, appaiono molto meno autentiche. Hanno l’effetto sgradevole di spostare, nuovamente, l’attenzione non sulla persona che ha subito il torto, ma su chi lo ha commesso.Se io esagero nel mostrarmi dispiaciuta, piango, mi dò dell’idiota, sto facendo la vittima. Sto manipolando l’altro. Sono quelle situazioni ridicole in cui chi chiede scusa alla fine viene consolato. Può funzionare una volta, può essere comprensibile in casi rari. Molto rari.
5. Non dire mai "la colpa è anche tua"E’ possibile che ciò sia vero, ma questo sarà l’oggetto di un’altra conversazione tra voi, non di quella in cui tu gli vai a chiedere scusa .Se lo fai, ancora una volta, porti l’attenzione su di te, ti trovi una giustificazione, sminuisci il tuo comportamento inappropriato e i suoi effetti ( vedi punto n° 1)Se lo fai, biasimi l’altro, lo fai sentire in colpa, dunque non gli arriveranno delle scuse, ma la tua disistima nei suoi confronti.Potrebbe essere necessario affrontare aspetti che riguardano l’altra persona, ma se l’altra persona non li solleva nella conversazione, teniamoli per un secondo momento, in cui potremo, a buon diritto, con garbo e fermezza, dare un feedback sugli effetti che il comportamento altrui ha su di noi.
Ci sono poi le occasioni in cui siamo noi i destinatari delle scuse.
Anche in quei casi, potremmo essere noi, pur essendo dalla parte del "giusto", a fare o dire cose che distruggono la buona intenzione dell'altro e accendono il conflitto, oppure che creano le condizioni per cui quella situazione si ripeta ancora in futuro.
COME RICEVERE LE SCUSE ALTRUI
1. Mai, Mai, Mai dire “Figurati, fa niente”Ogni volta che lo facciamo sminuiamo l’impatto che un comportamento ha avuto su di noi.Ogni volta che lo facciamo diamo una rapida via d’uscita all’altro, e una giustificazione per farlo ancora.Alle scuse si risponde sempre dicendo “ti ringrazio delle tue scuse, le apprezzo”. Punto
2. Accetta le scuse, non biasimare l’altroNon va bene diventare l’aguzzino, approfittare della temporanea posizione di forza per farlo sentire ancora peggio, umiliarlo persino.Si può vincere, ma non serve stravincere.C’è comunque sempre da considerare che siamo tutti presi da mille pensieri e obiettivi, siamo veloci e disattenti, e quello che è capitato all’altro può facilmente capitare a noi domani.Nessuno può essere giudice di nessuno .
3.Non chiedere niente in cambioSe le scuse sono sincere e autentiche, arriveranno insieme ad una compensazione di qualche tipoSe ciò non accade, si può con garbo e fermezza dire cosa è davvero importante per noi. e fare una richiesta esplicita.Si può ribadire la centralità di quel certo valore (che il comportamento altrui ha violato) e dire che si desidera venga rispettato in futuro.Ma non ha molto senso stabilire un "do ut des" specifico. Di sicuro il futuro dirà come andranno le cose, e se il comportamento dannoso riapparirà, sarà per te l’occasione per cercare a tua volta una conversazione scomoda con l’altra persona, e darle un feedback, arrivando a decidere in modo più preciso come impostare il vostro rapporto da lì in poi.
Se vuoi ascoltare tutto il ricchissimo scambio tra Brene Brown e Harriet Lerner, ecco i due episodi completi del podcast Unlocking Us: durano 45' l'uno. Sarà un vero piacere, credimi!I’m sorry – How to apologize – Part 1I’m sorry – How to apologize – Part 2
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