ROMPERE LE CATTIVE ABITUDINI CON LA CURIOSITA'

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Prendiamo due esempi di abitudini difficili da rompere: fumare e mangiare  dolci.Facciamo fatica, ci impegniamo anche tanto per un periodo, e poi ci distraiamo, ci lasciamo "prendere" dalla vecchia abitudine. Questo accade perché cerchiamo di contrastare uno dei processi di apprendimento maggiormente preservati dall'evoluzione, conservato nella parte più profonda del sistema nervoso, basato sulla ricompensa, e chiamato rinforzo positivo e negativo.
Funziona più o meno così: quando vediamo del buon cibo, il nostro cervello dice: "Calorie! Sopravvivenza!"
Mangiamo il cibo, lo gustiamo - è buono. Soprattutto se zuccherato, il nostro corpo manda un segnale al cervello:"Ricordati cosa stai mangiando e dove l'hai trovato."
Assimiliamo questo ricordo e impariamo a ripetere lo stesso processo in futuro. Stimolo --> Azione --> Ricompensa.

Dopo un po', il nostro cervello ci dice: "Sai una cosa? La prossima volta che non ti senti bene, perché non provi a mangiare qualcosa che ti fa sentire meglio?"  Ringraziamo il nostro cervello per l'idea, proviamo a farlo e impariamo che se mangiamo cioccolata o gelato quando siamo tristi o arrabbiati, ci sentiamo meglio. Stesso processo, stimolo diverso. Invece del segnale della fame proveniente dallo stomaco, un segnale emotivo - la tristezza - ci induce a mangiare.

Quando eravamo adolescenti, e magari eravamo un pò "sfigati", guardavamo i ragazzi ribelli fumare e pensavamo: "Vorrei essere come loro." Così iniziammo a fumare. Vediamo i "fighi" fumare e fumiamo per essere "fighi", ci sentiamo bene, ripetiamo. Stimolo --> Azione --> Ricompensa.
Ogni volta che lo facciamo, impariamo a ripetere il processo, e questo crea un'abitudine.
In seguito, sentirsi stressati innesca il bisogno di fumare una sigaretta o mangiare qualcosa di dolce.

I  processi cerebrali che ci hanno permesso di trovare cibo e socialità per la sopravvivenza e il benessere si sovra-attivano e ci sabotano, dando vita a comportamenti che non è poco definire suicidi: obesità e fumo sono tra le cause principali di malattia e morte nel mondo.
Nel centro studi di Judson Brewer si studia l'addestramento consapevole per smettere di fumareI fumatori che arrivano in questa struttura hanno mediamente provato a smettere di fumare 6 volte, senza riuscirci. Si sono sforzati e hanno fallito! 
Ecco, l'idea nuova di Brewer è che lo sforzo non è buono, se quello che devi fare è aggirare il sistema Stimolo --> Azione --> Ricompensa del cervello.
Con l' addestramento consapevole non si obbliga nessuno, invece ci si concentra sulla Curiosità.
Viene detto alle persone di fumare, di fumare a più non posso.  "Forza, fumate pure, fate solo attenzione a cosa provate quando lo fate."E cosa notano quando lo fanno? Ecco un commento da parte di uno dei fumatori: "Fumare consapevolmente =  puzza di formaggio e di sostanze chimiche, CHE SCHIFO!" . Questa persona sapeva già che fumare faceva male, ma quello che ha scoperto fumando con un atteggiamento curioso e consapevole, è che fumare le fa schifo! Facendo così è passata dal sapere razionalmente che fumare le faceva male, all' interiorizzazione, e ha rotto l'incantesimo. 
La corteccia prefrontale, la parte più giovane del nostro cervello dal punto di vista evolutivo, capisce che non dovremmo fumare o finire la vaschetta del gelato. E tenta di farci cambiare comportamento. Si chiama "controllo cognitivo": usiamo la cognizione per cercare di controllare il comportamento. Sfortunatamente, la corteccia frontale è anche la prima parte del cervello che si spegne quando siamo stressati, se non siamo allenati a praticare la mindfulness.Semplicemente non riusciamo a trattenerci: quando la corteccia prefrontale si spegne, ricadiamo nelle nostre vecchie abitudini, che comunque hanno un loro senso, perchè danno un beneficio immediato di piacere.
Ma se noi ci alleniamo a notare, sentire, vivere a fondo quelle esperienze apparentemente piacevoli,  e a notare, sentire, vivere tutto quello che le caratterizza e le conseguenze che portano, non dovremo più trattenerci o frenarci: semplicemente il cervello sarà meno interessato. 
Questo è il segreto della consapevolezza.
Dal momento in cui entriamo in contatto emotivo e fisico con gli effetti delle nostre azioni, piano piano iniziamo a  lasciare le vecchie abitudini e ne formiamo di nuove.  Il paradosso qui è che la consapevolezza è legata al puro interesse di avvicinarci veramente a quello che succede nel nostro corpo e nella nostra mente, minuto per minuto.  La volontà di analizzare l'esperienza, esagerarla addirittura, invece che cercare di scacciarla.  

La volontà di analizzare l'esperienza è sostenuta dalla curiosità, che è in sè gratificante.Diventiamo scienziati curiosi di noi stessi, e raccogliamo dati. E' una sensazione divertente, giocosa.
Potrebbe sembrare troppo semplicistico, ma gli studi di Brewer dimostrano che l'addestramento consapevole è molto più efficace della terapia tradizionale per smettere di fumare. Quando ci arrendiamo, ed entriamo nel processo solamente con la curiosità di sapere cosa succede - le regioni del cervello che attivano il comportamento compulsivo si placano.
Al momento vengono testate delle app ed un programma interattivo di addestramento consapevole, che colpiscano questi meccanismi cerebrali, e che usino la stessa tecnologia che ci distrae per aiutarci a dismettere abitudini malsane, quali fumare o mangiare nervosamente, proteggendoci da schemi di dipendenza.
Vale per tutti i comportamenti compulsivi, come controllare la posta ogni 5 minuti, o rispondere immediatamente a un SMS mentre guidi, o replicare nervosamente ad un collega che dice una fesseria.  La curiosità ci dà l'occasione per interrompere reiterate, estenuanti, controproducenti abitudini, e alla lunga uscirne. 
Accorgiti di quello che stai per fare, sii curioso, senti la gioia di lasciar perdere.  Ripeti.Stimolo --> Azione --> Ricompensa.


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