IL "DRAMA TRIANGLE": VITTIMA, PERSECUTORE, SALVATORE

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Gli studi condotti in azienda stimano che ogni anno si perda circa un mese di lavoro in tensioni e conflitti: significa almeno 3 ore alla settimana.
Conflitto non è in sè una parola volgare: se è ben gestito è utile a far nascere nuove idee, a migliorare processi e prodotti, a raggiungere obiettivi sfidanti.
Il problema è che i conflitti solo raramente son ben gestiti, e la quotidianità ci presenta con regolarità situazioni che causano grande fatica e sofferenza.
Le cause sono  molteplici, e le tipologie piu tipiche sono riassunte dalla Harvard Business School o da Leadership Strategies qui.
Ma  i conflitti seri raramente originano dall' oggetto specifico del contendere: il conflitto nasce tra le persone, per via di aspetti per loro importanti, per via del loro modo di pensare, percepire, vivere, per via delle loro stesse personalità. Dunque è alle persone e  al ruolo che giocano che dobbiamo guardare.

Quando nasce un conflitto le persone assumono ruoli, che danno vita a "giochi relazionali", ben descritti da Stephen Karpman : Persecutore, Vittima, Salvatore.
Nessuno dei 3 ruoli è "positivo", nel senso che nessuno dei 3 ruoli è utile alla prevenzione o alla risoluzione del conflitto, chiunque sia a giocarli.
Credo sia molto utile sapere cosa li caratterizza, e chiedersi: quando entro in conflitto con gli altri, che ruolo gioco io prevalentemente? le persone con cui entro più facilmente in dinamica che ruolo giocano? Cosa posso fare io per disinnescare la dinamica?
Il Persecutore
E' chi critica, dà la colpa, svilisce, sminuisce, fa dell'ironia, minimizza, mette le persone le une contro le altre.
E' anche un po' bullo, fa lo splendido, per lui è tutto facile mentre gli altri sono sempre un passo indietro.
Le frasi tipiche del Persecutore sono:
Ma dovevi dirlo se non eri d'accordo! Se non parli io come capisco?
I tuoi problemi se non ti dispiace li lasci fuori dal lavoro
Certo che non hai proprio senso dell'ironia!
Chissà perchè quel che dici non mi stupisce?
Non  ci si può proprio fidare di te
Ma tu non eri l'esperto di questa materia?
Come faccio io le cose non le fa nessuno
Non hai capito niente
Ci credo che  ti hanno detto di no, dai! 
Mamma mia come sei suscettibile!
Perchè il Persecutore fa quello che fa?
Per rinforzare la sua posizione di forza e la sua credibilità
Per stimolare  gli altri a fare meglio e di più
Per mascherare la sua vulnerabilità, o il suo timore di  perdere peso e importanza
Perchè è convinto che le persone siano inferiori  a lui/lei
Perchè crede che la vita è una guerra: o si vince o si perde

Il Salvatore
E'  accondiscendente, è protettivo, anche senza che glielo si chieda.
Il Salvatore è comprensivo, amico, compassionevole, supporta le lamentele delle persone, le fa sentire nel giusto.

Le frasi tipiche del Salvatore sono:
La mia porta è sempre aperta
Peccato che non mi hai chiamato
Se vuoi il mio parere, io farei così
Secondo me non dovresti farti trattare in quel modo
Meno male che c' ero io, sennò chissà dove finiva
Parlo io con il collega, vedrai che glielo faccio capire io

Perchè il Salvatore fa quello che fa?
Per rinforzare la sua posizione di forza, la sua credibilità
Per nutrire il suo Ego: sentirsi importante e utile fa stare bene
Per creare dipendenza, per sentirsi indispensabile
Perchè è convinto di poter rendere gli altri felici
Perchè è generoso
Perchè ama creare armonia intorno a sè


La Vittima
Tante le sfaccettature della vittima.
Si lamenta della situazione e del comportamento degli altri, ma non prende l'iniziativa per cambiare le cose, né pensa di avere un pezzo di responsabilità.
E' negativo e pessimista. Fa fare agli altri, ma poi li critica.
Si sminuisce, fa dell'auto-ironia. Si fa aiutare senza nemmeno chiederlo, mostrandosi debole e "facendo pena". Si fa compatire anche quando la colpa è sua.
Le frasi tipiche della Vittima sono:
Ce l'hanno tutti con me
Non sono capace, non ce la posso fare
Mi  ammazzo per questa azienda e nessuno me lo riconosce
Non ce l'ho fatta, ero sovraccarico di cose da fare
Mi piacerebbe parlarci, ma so che non servirebbe a niente
Posso disturbarti? oh no, già lo vedo che disturbo, scusa scusa scusa
E allora dillo che ti do  fastidio!
Sto cercando di fare questa cosa, ma non mi viene: mi dai una mano tu che sei così bravo?
Scusa, ho sbagliato! Dio come  sto male, sto malissimo per quello che ho fatto

Perchè la Vittima da quello che fa?
Per avere attenzione, affetto
Per farsi "servire"
Per non prendersi la responsabilità delle cose faticose
Perchè è più comodo rinunciare che rischiare
Perchè è convinto che sono gli altri ad avere potere: possono farlo soffrire,  e non può farci niente
Perchè  vede tutto quello che non ha e che non funziona
Perchè non sa  guardare oltre ed esplorare altri modi di fare

Una cosa molto interessante è che queste "frasi" tipiche, ancora prima di dirle agli altri, le diciamo nel nostro dialogo interiore.
Abbiamo le 3 voci dentro di noi, e si attivano spessissimo durante la giornata: è molto utile notare cosa diciamo a noi stessi, per capire qual è il nostro "approccio prevalente".

Come rompere il Drama Triangle? Con un mix di COMPASSIONE e FERMEZZA!
Serve con gli altri, e serve anche con noi stessi.
La Compassione è la capacità di vedere l'intenzione positiva nei 3 ruoli, e connettersi a quella.
In realtà ognuno di noi fa il meglio che può con quello che ha, e tutti i ruoli, se leggiamo le motivazioni, hanno intenzioni potenzialmente positive e utili, oppure nascono da difficoltà e paure: il problema è quando questi ruoli debordano.

Quindi, siccome non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare solo il modo in cui noi rispondiamo alle loro sollecitazioni, quel che possiamo fare è :
- respirare
- evitare di passare subito alle peggiori conclusioni
- rispondere al lato "luminoso" del ruolo che vediamo in azione (persecutore, vittima o salvatore) invece che al lato "oscuro"

E nel farlo è necessario aggiungere alla Compassione una dose di Fermezza, che si esprime attraverso una richiesta, lucida, chiara, convinta, per ciò che è giusto e utile per noi.  Ecco qualche esempio

Di fronte ad una presa in giro sminuente,tipo "Sei troppo sensibile!"
Potremmo dire: "Quello che dici su di me non lo condivido, ma sono interessato a capire meglio, restando su aspetti concreti: mi dici di più, con qualche esempio?"

Di fronte ad uno che ci vuole aiutare , facendo al nostro posto senza che gliel'abbiamo chiesto, potremmo rispondere: "Ti ringrazio di volermi aiutare, ma io vorrei trovare la maniera di cavarmela da sola con il cliente. Però ci sarebbero un paio di cose su effettivamente potresti essermi utili, te le dico"


Di fronte ad uno che si lamenta che una certa cosa è troppo difficile, e non ce la può fare con tutte le priorità che ha, potremmo rispondere: "Grazie della tua sincerità nel dirmi la tua difficoltà. Cosa potresti fare diversamente? Cosa ti serve ?"


E se l'altro non cambia? Se insiste nello stare nello stesso gioco?
Anche qui abbiamo una scelta: quella di toglierci dal gioco.
Invece che alimentare il fuoco, innestando un'escalation di dinamiche controproducenti, possiamo semplicemente e coraggiosamente dire una cosa tipo: "Vedo che non raccogli il mio punto di vista. Preferisco lasciare questa conversazione ora, e riprenderla in un altro momento, quando ci sarà più disponibilità al confronto"
Difficile?  MoltissimoMa l'alternativa qual è ?

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