DISCUTERE IN MODO INTELLIGENTE

www.pexels.com
Liane Davey, nel suo NYT bestseller The Good Fight riassume in modo pratico le cose da fare e da non fare se vogliamo evitare che una discussione si trasformi in un conflitto, o addirittura qualcosa di peggio.Le riassumo qui per voi
  1. Non cominciare MAI esponendo la tua posizione o convinzione, specialmente se sei il team leader o il project leader
    Gli "statements" sono immediatamente fastidiosi , perchè suonano come  la verità assoluta, specialmente se esposti con foga e argomentazioni articolate.
    Partire per primi, facendo la nostra "dichiarazione" ci mette subito in una posizione potenzialmente pericolosa.
    Come possono reagire gli altri ?
    - Vedono che hai già pensato alla soluzione, hai già la risposta, e loro non sono stati coinvolti nel trovarla
    -Capiscono che stai orientando la discussione, che cercherai di uscire da lì con qualcosa che assomigli il più possibile a quello che hai in mente.
    - Sentono poco interesse verso le loro idee, problemi, difficoltà, priorità, obiettivi.
    - Deducono che c'è poco interesse per una soluzione costruita insieme 
    - I più timidi possono provare fatica, disagio e timore nell'esprimersi
    - I più forti tendenzialmente sentono montare la rabbia, e la voglia di contrattaccare.

  2. Quando apri bocca, fai domande, prima di dire cosa faresti tu
    Le domande servono a esplorare / far emergere le possibili soluzioni a cui hanno pensato gli altri colleghi, o i criteri per una buona decisione
    Che caratteristiche vogliamo che abbia la soluzione che cerchiamo?
    Come potremmo fare questa cosa...?
    E se ....?
    Come sarebbe se...?
    Chi è la persona che  ha una visione più completa?
    Chi è utile coinvolgere?

    Le domande servono poi a mettere alla prova  le opzioni emerse
    Cosa non stiamo considerando?
    Quali rischi ci sono?
    Quali  effetti negativi, su chi?

  3. Quando esprimi il tuo parere o raccomandazione, comincia sempre dando valore agli altri, mettendoti nei loro panni
    E' molto utile iniziare dicendo che, nel pensare alla soluzione che si propone, si è fatto lo sforzo di considerare ed esplorare le necessità e difficoltà delle persone intorno al tavolo, enunciando gli aspetti considerati, e rivolgendoai a ciascuno singolarmente, chiedendo conferma che tali aspetti siano rilevanti.

  4. Quando gli altri parlano, non invalidare MAI il loro contributo:  abolisci il  "SI, MA..."
    Quando uno dice la sua, e tu dici  "Si, ma..." lo stai "invalidando": stai togliendo valore a quello che ha appena detto, e stai trovando i difetti nella sua proposta.
    Quali possono essere gli effetti di questo comportamento su chi hai davanti ?
    - si sente disapprovato , giudicato, svalorizzato
    - ti percepisce come un avversario, e contrattaccare
    - può disingaggiarsi, perdere fiducia e smettere di contribuire
    - può adottare un approccio passivo aggressivo, ironico, tagliente e inattivo
    Quali possono essere gli effetti di questo comportamento su di te ?
    - vieni percepito come negativo, criticone, diffidente, attento solo a quello che non va
    - ti metti nella posizione del giudice, del professore, del proprietario del sapere
    - vieni percepito come uno sulla difensiva, che deve proteggere o giustificare la sua idea, invece che costruire, con serenità, una soluzione congiunta

    Dobbiamo imparare a dire "SI, E..."!
    - sottolineando, come prima cosa, quel che funziona nel contributo altrui, "dare valore" a quel che c'è di utile, incluso il fatto stesso di voler contribuire
    In modo genuino e rispettoso, ovviamente!
    - chiedendo semplicemente di spiegare di più e meglio le cose che non capiamo o non condividiamo, senza criticarle
    "Fammi capire meglio il tuo pensiero, non son sicuro di aver capito"
    "C'è questo aspetto che mi preoccupa: dimmi di più?"
    Avevo un'idea diversa su questo aspetto: spiegami meglio la tua"
    "Come terrai conto degli effetti collaterali di questa proposta?"

  1.  Ascolta! Ascolta per davvero!
    Per ascoltare serve  Attenzione
    L' attenzione è la capacità di non farsi distrare, dalla tecnologia e soprattutto dai nostri pensieri, giudizi, rapide conclusioni e interpretazioni.
    Ed è anche la capacità di ascoltare l'altro a 360°:  la parole, le espressioni, la postura, la voce, perchè dal non  verbale arrivano tanti segnali che possono meritare approfondimento, e che non trovano spazio tra le parole, perchè nel non verbale ci sono le emozioni.
    Per  ascoltare serve Curiosità
    Ascoltare non vuol dire stare zitti, ma anche fare domande, per capire meglio le parole che l'altro usa (senza dare per scontato che abbiano lo stesso significato che hanno per noi), per esplorare cosa è importante per lui/lei, cosa lo preoccupa, cosa vuole...
    Per ascoltare serve Distacco
    Intendo la capacità di  non farsi travolgere dalle parole e fare sintesi, per poi verificare se ho capito
    Intendo anche la capacità di non farsi travolgere dalle forti emozioni altrui, ma di riconoscerle e gestirle.
    Il "distacco", per come lo intendo io, è la capacità di essere presente alle proprie emozioni, e di saperle gestire, e si esplicita anche nella capacità di fare silenzio, di lasciare il tempo di pensare, e di prendersi il tempo di rispondere

  2. Se ti trovi davanti a comportamenti a comportamenti scorretti, scegli!
    Di sicuro i comportamenti scorretti non vanno "lasciati passare".
    E' necessario prevederli e prevenirli, per quanto possibile. Se ce li troviamo davanti è opportuno stopparli precocemente e  gestirli in maniera pulita
    Approfondisci qui



Anche una sola di queste pratiche può ribaltare la forma e la natura delle nostre conversazioni e relazioni.  
Lavorarci con un coach aiuta a trovare il proprio modo non solo per riuscirci, ma anche e mantenersi fedeli al proprio impegno nel tempo.
Da quale ti sarebbe utile iniziare? 

www.giuliasirtori.com The Colours of Coaching#coaching #conflictmanagement #conflitti #conversationalintelligence #intelligenzarelazionale #domande #ascolto #questioning #listening