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Ripartire dopo un insuccesso sul lavoro

*www.pexels.com pixabay*

Quando subiamo uno stop professionale è comune sentire una specie di “perdita di identità”: chi siamo? ce la faremo? cosa possiamo fare?
Quello che di certo
possiamo fare è scegliere come affrontare quei momenti: crogiolarsi nel dispiacere non serve – anche se un po’ di tempo per leccarsi le ferite fa bene – usarli come un’occasione di riscatto è l’approccio più utile e potente.

Ci sono molti “fallimenti famosi” nella storia, che hanno dato il là a clamorosi riscatti.
Elvis Presley aveva unaC al corso di musica al liceo, e gli era stato detto che non sapeva cantare.
Walt Disney era stato licenziato da un giornale perché “mancava di immaginazione” e “non aveva idee originali”.
Oprah Winfrey era stata licenziata dal suo lavoro di conduttrice perchè “non era adatta per la televisione”.
Tutte queste persone hanno preso le botte e hanno reagito. Non si sono lasciate definire dagli altri. Si sono definite da sole.

Nell’affrontarele fatiche, gli insuccessi o i passi falsi sul lavoro, ci può venire in aiuto il libro di Fawn Germer: Coming Back: How to Win the Job You Want When You’ve Lost the Job You Need. Germer,celebre reporter investigativo candidato al Pulitzer, distilla per noi le sue 4 preziose “regole”.

1. Allena la tua mente
Impara a riconoscere quando stai scivolando nella modalità “pensiero catastrofico” . E reagisci.
Una volta perso il lavoro la mente potrebbe avvitarsi in pensieri negativi tipo:”Sto spendendo i miei risparmi. Finirò i soldi. Non troverò mai lavoro. Dovrò andare a fare la cassiera al supermercato. E forse il supermercato nemmeno mi assumerà. E poi comunque lo stipendio non sarà sufficiente per sfamare la mia famiglia. Finiremo sotto i ponti. .etc etc
Potresti prendertela con te stess* perché non hai visto arrivare questa situazione, o perchè avresti potuto fare di più per prevenirla.
Potresti pensare che gli altri stiano ridendo di te.
Potresti passare le tue giornate costantemente arrabbiato o triste o preoccupato.

C’è per caso una sola di queste cose che ti pare utile? Direi di no, vero?

Appena ti accorgi che il loop parte:
– fermati, raddrizza le spalle, respira
– stoppa il pensiero sabotante, e sostituiscilo con pensieri più utili e ragionevoli, come per esempio “

Non è finita, il futuro è davanti a me, ora mi metto in moto
Cosa cambia se lo fai? Riesci a crederci?Credici! Ogni volta di più. Costruisci una visione più positiva di te e del futuro.

2. Mettiti in Azione!
Un modo molto efficace per disinnescare le preoccupazioni è fare esercizio fisico.
Molti studi confermano che l’esercizio aumenta la vigilanza, la concentrazione e la funzione cognitiva, riducendo anche l’affaticamento.
L’ attività fisica produce endorfine e aiuta a dormire, il che riduce lo stress.

Anche il volontariato è un vettore di energia sorprendente:è incredibile l’effetto che fa essere utili agli altri!
Ci si sente meglio e i pensieri negativi si riducono. Si è importanti per qualcuno, si contribuisce a uno scopo.

In generale, FARE è sempre la strada giusta. E non intendo fare mille cose, come una biglia impazzita.
Basta scegliere una attività, e dedicarvisi, con impegno.

Si può studiare.
Ci si può dedicare al bricolage
Si può imparare un hobby nuovo o una lingua.
L’importante è rimettere in circolo le energie

3. Smettila di lamentarti con gli altri
Ci sono infiniti post online di persone che si sfogano su ciò che non funziona nella loro carriera o nella loro vita.
Più ti lasci andare alla deriva, più le cose sembreranno deprimenti.
Non parlare della tua situazione all’infinito e non lasciare che gli altri ti facciano compagnia nella “lamentatio”.
Non continuare a raccontare, e riraccontare “la tua storia”: ti intossica, e intossica anche gli altri.

4. Fai il conto delle tue Forze
Ovvio che prendere un palo in faccia non fa bene.
Ma dopo essersi medicati, ci si può chiedere: cosa ho imparato? che uso ne voglio fare? cosa voglio fare per me?
I momenti di stop sono quelli in cui è fondamentale riepilogare le nostre forze, qualità, risorse, valori, anche con l’aiuto degli altri.
Ecco un utile self assesment delle risorse personali

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