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Essere introversi non significa essere strani o asociali o isolati: significa semplicemente che si consumano energie stando con gli altri e si ha bisogno di solitudine per ricaricarsi, e che si preferiscono le relazioni one to one a quelle con tantissima gente. Gli estroversi funzionano al contrario. Tutto qui.
Il networking è piu faticoso per gli introversi, ma non deve essere un incubo: con gli strumenti digitali anche chi è introverso può costruire una rete professionale (e non solo) forte, autentica e duratura.
Bastano pochi minuti al giorno e la genuina voglia di prendersi cura delle relazioni, che sono per tutti gli umani, introversi o estroversi che siano, il secondo bisogno fondamentale, dopo la sicurezza.
Karen Wickre, per 9 anni responsabile relazioni media e comunicazioni in Google, e per 4 direttore editoriale di Twitter, da sempre introversa, ci rivela nel suo libro “Taking the Work Out of Networking: An Introvert’s Guide to Making Connections That Count” il suo segreto per costruire una rete professionale solida senza stress.
La maggior parte di noi detesta il networking per due motivi principali:
Ma la realtà è che tutti, prima o poi, hanno bisogno di aiuto: per avere un altro parere su un argomento o un progetto, per progettare un cambio di carriera, per entrare in contatto con qualcuno.
È normale e non c’è nulla di cui vergognarsi!
La soluzione di Wickre si fonda su un approccio “light” ma regolare, che ribalta la prospettiva: offrire qualcosa, invece che chiedere.
La sua chiave è dedicare solo 10 minuti al giorno a mantenere i contatti, attraverso messaggi brevi, email o link condivisi su argomenti di interesse comune. Niente telefonate che mettono in ansia, niente obblighi immediati. Poche semplici regole:
Questi piccoli gesti creano nel lungo termine un tessuto connettivo.
E’ un po’ quello che faccio io con l’invio delle mie News&Tools mensili, che sono un modo per restare in contatto con le persone con cui ho lavorato e ho condiviso passaggi di vita. Il primo del mese quelle persone penseranno a me anche solo per un momento, e se il caso vorrà che sia il momento buono per riavvicinarci o fare un progetto insieme, bene. Sennò, avrò comunque mantenuto aperta una connessione, offrendo qualcosa di utile e mandando un sorriso.
Attenzione, però ! Gli altri potrebbero usare la modalità dell’ approccio “light” con te, e i contatti informali non devono diventare un peso. Se ricevi troppi inviti o richieste che non desideri, hai tutto il diritto di rimandare o declinare educatamente. Wickre stessa ha stabilito dei limiti: per alcune richieste, risponde con un’email informativa invece di incontri di persona.
Un altro aspetto importante della strategia di Wickre è lo “small talk” agli eventi, e anche qui il segreto è un ribaltamento di prospettiva
Lo small talk, a pensarci bene, è il punto di partenza di tutte le relazioni umane, e ovviamente il primo pensiero che aiuta ad entrare in una conversazione con qualcuno è proprio l’interesse alla connessione umana in sé.
Detto ciò, la cosa può essere imbarazzante o scomoda, specie per gli introversi, e allora Wickre ci dice che il segreto sta nel ribaltamento: non sono io il centro dell’attenzione, ma la persona davanti a me:
Certo, occorre avere preparato in anticipo alcuni temi su cui si vogliono chiedere opinioni o raccogliere informazioni, e magari aver sviluppato già una propria idea , così da rendere lo scambio ricco e interattivo.
Im generale il focus dovrebbe restare il business o il lavoro. E’ saggio evitare, al primo contatto, temi delicati o potenzialmente imbarazzanti, ma nel mondo in cui viviamo tutto è ormai potenzialmente divisivo, e i temi economici, sociali, etici e politici sono profondamente intrecciati col lavoro e il business, dunque possiamo anche sondare il terreno, semplicemente, facendo domande aperte – ripeto – aperte – con l’interesse genuino di conoscere l’opinione dell’altro.
Tornando però alle tematiche business, ecco alcuni esempi di domande aperte, che possono aiutare ad attivare una conversazione:
– quali sono attività principali della tua azienda?
– da quando lavori in questo settore?
– cosa ti piace di più di questo settore?
– qual è un progetto che ti ha dato più soddisfazione di recente?
– qual è la sfida più grande in questo momento?
– che sviluppi futuri vedi?
– …
La preparazione è un punto chiave in questo tipo di attività, e per gli introversi, che amano riflettere e analizzare tendenzialmente più degli estroversi, questo è un punto di forza nella loro strategia di networking.
Anche l’ascolto è un punto chiave, e anche qui credo condividiamo che gli introversi hanno generalmente una marcia in più.
Dunque, cari introversi, non abbiamo più scuse. Giusto ? 😊
Prima di chiudere vi lascio qualche altro spunto utile:
la newsletter di Alison Clin-Thome Newsletter for Introverts
Il lavoro di Susan Cain – The Power of Introverts