LE CATTIVE ABITUDINI DI CHI NON E' UN BRAVO COMUNICATORE

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Molti di noi pensano che per coinvolgere ed entusiasmare gli altri, serva spingere,  alzare i toni, ripetere, sottolineare quanto il nostro pensiero sia corretto; o al limite usare garbo e astuzia per far capire che la nostra idea è migliore della loro. Il risultato di queste convinzioni è che spesso spingiamo troppo, e produciamo l'effetto contrario. Oppure generiamo un risultato di breve termine, che  “evapora” in breve tempo.
Harvey Deutschendorf ci invita a farci un piccolo esame di coscienza, per valutare se cadiamo in qualcuna di queste 6 trappole.Se ci rendiamo conto che ne siamo vittima, possiamo decidere di "raddrizzare il tiro",  facendoci aiutare da un collega o da un coach.
Trappola 1. INSISTERE SU QUELLO SU CUI NON SIAMO D'ACCORDOSe ci troviamo di fronte a qualcuno che non si fa convincere dalle nostre parole, o non si fa coinvolgere nelle nostre iniziative, la reazione naturale spesso è che entrambi ci mettiamo sulla difensiva: io mi sento costretto a vincere, l’altro si sente forzato e quindi scappa. Invece che difendere a spada tratta le nostre idee, cercando più o meno direttamente di dimostrare che l’altro ha torto, la nostra energia dovrebbe in primis concentrarsi su quello su cui siamo d’accordo.Se chiariamo e riconosciamo una base comune che possiamo condividere, questo crea le premesse per un’apertura successiva
Trappola 2. NON ASCOLTARE IN MODO ATTIVOLe persone diventano più aperte all’ascolto e più disponibili a seguirci, se si sentono ascoltate.Ascoltare è SEMPRE la PRIMA cosa da fare, prima di “dire” quello che pensiamo.E ascoltare in modo attivo significa “ascoltare per capire” non “ascoltare per rispondere”.Gli altri capiranno che abbiamo voglia di ascoltarli e che li stiamo effettivamente ascoltando se:- faremo loro delle domande- rifraseremo o sintetizzeremo le loro parole- chiederemo chiarimentiDunque non dovremo controbattere ogni affermazione, ma dovremo prima di tutto raccogliere un quadro completo, e solo dopo introdurre la possibilità di un punto di vista diverso.Se una persona non si sente ascoltata, smette di ascoltare. E può decidere di fare muro per il puro bisogno di difendere la sua identità.
Trappola 3. PARLARE TROPPOPer coinvolgere gli altri occorre permettere che si sentano un po' in controllo della situazione: forzarli non serve a niente, anzi indispettisce e crea resistenza.Le persone più persuasive normalmente sono quelle che parlano meno.Ascoltano, cercano nelle parole altrui le opportunità, i valori, gli insights a cui agganciarsi per “buttare la palla dall’altra parte”.Se ti rendi conto che fai fatica a fare questo, vuole dire probabilmente che parli troppo e ascolti poco.Parlare poco, e usare l’ascolto per rimandare all’altro convinzioni, valori e interessi che abbiamo in comune, è un’ottima base per coinvolgerli attivamente.
Trappola 4. FARE POCHI COMPLIMENTI SINCERISe c’è qualcosa che ammiri nel modo di fare dell’altra persona, diglielo! Tutti amano ricevere apprezzamenti, specialmente da parte di qualcuno con cui non c’è sempre vicinanza di vedute. Certo la chiave è essere autentici e sinceri: credere davvero in quello che si sta dicendo, non fare finta.Scegli qualcosa che realmente apprezzi delle persone che vuoi coinvolgere, e faglielo sapere, rendilo pubblico, in modo aperto e naturale. Questo rafforza la relazione e apre la loro disponibilità nei tuoi confronti. La tua capacità di vedere il buono in loro innalza te e i tuoi argomenti ai loro occhi, e ti rende più credibile. Provare per credere. 
Trappola 5. NON PERMETTERE ALL' ALTRO DI SENTIRSI PARTE ATTIVA DELLA SOLUZIONEQuesto punto è complicato, e non sempre realizzabile, ma molto potente. La maniera più semplice e naturale per ottenere questo risultato, senza diventare manipolatori, è dare agli altri non idee già definite e chiuse, ma possibilità.Il senso profondo di questo punto è che una persona sarà tanto più coinvolta e motivata quanto più sentirà di avere potuto ragionare con la sua testa, e di avere avuto una scelta.Nel dialogo one to one si può offrire una nostra idea come se ci venisse per caso.Nel dialogo in gruppo, è possibile proporre sondaggi virtuali o semplicemente fare un giro di tavolo, per raccogliere le idee di tutti, o almeno consentire a tutti di sentirsi coinvolti e ascoltati.
Trappola 6. NON SEMBRARE SICURO Se tu stesso non sei convinto e deciso nell’esporre il tuo punto di vista,  è difficile che tu possa invogliare gli altri a seguirti.
Se non sei sicuro di te stesso, indipendentemente da quanto bene tu conosca l’argomento, questo trasparirà dal tono della tua voce, dalle pause, dalle esitazioni, dallo sguardo vagante invece che fermo e sorridente verso il tuo interlocutore. 
Siamo costruiti in modo tale da riporre la nostra fiducia nelle persone che ci appaiono sicure (e infatti c'è anche chi se ne approfitta) .
Lavorare sulla tua fiducia in te stesso, e su quello che serve per far arrivare questa fiducia a chi ti sta davanti è dunque fondamentale.Qualche spunto :
    • Fai pratica davanti allo specchio, o ancor meglio davanti a qualcuno di cui ti fidi, che ti dia un feedback oggettivo e onesto . Oppure registrati e riguarda, da solo o in compagnia, la registrazione.
    • Usa una voce grave e un ritmo pacato: abbassa la nota della voce, e rallenta il tuo ritmo. In effetti il rallentamente succederà naturalmente appena abbassi la nota: prova!
    • Sottolinea le cose che dici con le mani 
    • ELIMINA tutte le interiezioni: ehm , dunque, bene, quindi, scusate, voglio dire, cioè, mmmm 
    • Tieni idratate le corde vocali: bevi già qualche ora prima di una presentazione.
    • Mostra gratitudine a chi hai davanti: di' grazie in modo sincero dice, mostra che hai fiducia in chi ti ascolterà e che provi piacere nell’essere lì 
    • Inserisci dei sorrisi, della leggerezza nei tuoi discorsi. Sorridere non solo rende la tua voce più piacevole, aumenta anche la fiducia in chi ti ascolta….e in te che parli.
    • Apparirai più amichevole, più approcciabile, più sereno e rilassato. 
    • Mantieni una buona postura dritta, con le spalle larghe e basse, e la testa sollevata.
    • Fai dei bei respironi diaframmatici: questo aiuta l’aria ad entrare meglio nei polmoni, il che facilita l’ossigenazione, rilassa, aumenta la lucidità e la chiarezza.



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